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Cronaca Sant'Eufemia d'Aspromonte

Rocco Graziano Delfino resta in carcere, domiciliari per i due sorpresi dentro il casolare

Per il fratello e il cugino del latitante, arrestato a Sant'Eufemia d'Aspromonte dai carabinieri, il gip ha accolto la tesi difensiva sostenuta dall'avvocato Giuseppe Alvaro

Rocco Graziano Delfino resta in carcere. Vanno ai domiciliari, invece, le due persone che sono state sorprese in compagnia del latitante nel casolare di Sant’Eufemia d’Aspromonte durante il blitz dei carabinieri. Nei loro confronti era stata richiesta dal pubblico ministero l’applicazione della custodia in carcere per il reato di procurata inosservanza di pena, sul presupposto che nei confronti di Delfino Rocco Graziano era stato emesso un ordine di esecuzione di pene concorrenti definitive pari ad oltre 12 anni di reclusione.

Nel corso dell’udienza di convalida, l’avvocato Giuseppe Alvaro ha sostenuto che “non poteva ravvisarsi il delitto di assistenza agli associati nei confronti di uno dei due presunti fiancheggiatori, in quanto, essendo il fratello e quindi un prossimo congiunto del latitante, trovava applicazione la speciale causa di non punibilità prevista dal codice penale a tutela dei sentimenti di natura familiare. La stessa Procura, infatti, con nota integrativa successiva allo svolgimento dell’udienza di convalida, aveva revocato l’iniziale richiesta di misura”.

Quanto, invece, alla procurata inosservanza di pena, la difesa ha evidenziato che, “pur trattandosi di un reato punito a prescindere dai rapporti di parentela tra il latitante e coloro che gli prestano aiuto, non risultava tuttavia dimostrata a livello indiziario la condotta di ausilio che i due avrebbero concretamente posto in essere affinché il Delfino si sottraesse all’esecuzione della condanna definitiva. In ogni caso, secondo l’opinione difensiva condivisa poi dal giudice, le esigenze cautelari potevano essere salvaguardate con una misura meno afflittiva rispetto alla custodia in carcere, anche in ragione del fatto che a carico del fratello del latitante vi era un unico precedente penale, risalente nel tempo, mentre nei confronti dell’altro, cugino del Delfino, non risultavano condanne, né procedimenti penali pendenti, né pregiudizi di polizia”.

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