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Cronaca

Macabra intimidazione contro il gip Cotroneo: proiettile esploso e foto con una croce

A ritrovare il tutto sono stati gli agenti della scorta appena entrati nell'androne del palazzo dove vive il giudice che, due anni fa, aveva ricevuto un'altra intimidazione. Il commento: "Non mi fermeranno"

Un proiettile esploso e una sua foto con sopra disegnata una croce. Sono gli inequivocabili segnali di una intimidazione mafiosa ai danni del giudice Tommasina Cotroneo, presidente della sezione Gip-Gup del Tribunale di Reggio Calabria.

Ieri sera, infatti, i poliziotti della scorta hanno rinvenuto nell'androne del palazzo dove il giudice vive in centro città, un proiettile di fucile già esploso e accanto una fotografia dello stesso presidente di Sezione con sopra impressa una croce disegnata.

Un messaggio che sembra lasciare pochi dubbi sulla natura della minaccia. Due anni fa il giudice Cotroneo è stata vittima di un altro atto intimidatorio, quando sul parabrezza della sua auto sono stati rinvenuti quattro proiettili.

Negli ultimi mesi il capo della sezione Gip-Gup di Reggio Calabria ha firmato due importanti ordinanze relative ad operazioni antimafia: la prima, "Eyphemos", del febbraio scorso, contro le cosche di Sant'Eufemia d'Aspromonte, la seconda, "Malefix", di poche settimane fa, che ha colpito i clan De Stefano-Tegano-Libri.

Il commento del giudice

"Mi sento serena perché il lavoro l'ho sempre svolto nella mia terra con grande passione, amore, assoluta dedizione e altissimo senso del dovere e del sacrificio". È il commento del presidente dell'ufficio Gip-Gup di Reggio Calabria Tommasina Cotroneo dopo le minacce subite ieri sera quando, nell'androne del palazzo dove abita, gli uomini della sua scorta hanno trovato un proiettile di fucile esploso e una sua fotografia con disegnata sopra una croce. 

"Continuerò a lavorare - ha aggiunto il presidente Cotroneo - con la stessa serenità di sempre, con lo stesso rigore e soggetta solo e soltanto alla legge e alla Costituzione. Non arretrerò perché la toga è la mia pelle quindi non posso cambiare. Chiaro che ci sono turbamenti, ma sono i turbamenti dell'immediatezza. Poi si va avanti come sempre ho fatto. Io e i giudici del mio ufficio stiamo lavorando per l'affermazione della legalità e lo stiamo facendo con serenità, equilibrio, imparzialità e rigore nell'applicazione della legge".

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