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Lotta al crimine

Droga, narcos e riciclaggio: l'allarme del procuratore Nicola Gratteri

Per il capo della procura di Catanzaro i cartelli sudamericani si fanno pagare i carichi di cocaina in Europa dove è più facile riciclare le ingenti somme di denaro ricevute dalla 'ndrangheta

La droga si sa, da sempre, è la prima voce del bilancio criminale della 'ndrangheta. Fiumi di cocaina, hashish e marijuana inondano, giornalmente, la penisola e anche l'Europa. I carichi di sostanze stupefacenti arrivano dal sud America via nave e sbarcano a Gioia Tauro, in altri porti italiani e i narcos non disdegnano anche alcuni scali europei.

Un business che frutta alle casse della criminalità organizzata calabrese il 62% dei profitti illeciti (pari a 27.240 milioni di euro), un fatturato fuorilegge pari al 2,9% del Prodotto interno lordo italiano.

Proprio quell'Europa che per i cartelli della droga è diventata una sorta di bengodi finanziaria. I narcos, infatti, le partite di sostanze stupefacenti che spediscono agli indirizzi delle potenti cosche di ndrangheta specializzate in questo lucroso settore dell'economia criminale preferiscono non farseli pagare più in patria ma direttamente in Europa.

Il perchè lo ha spiegato il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, in diretta davanti alle telecamere di La7 rispondendo alle domande di Giovanni Floris. La disattenzione di diversi stati europei al tema caldissimo del riciclaggio, ha spiegato Nicola Gratteri, ha spinto i cartelli sudamericani della droga a spostare il centro dei flussi economici lontano dalla madre patria per riciclarli e reinvestirli nel distratto e debole tessuto economico europeo.

Sulla necessità di adeguare le norme europee a quelle stringenti, esistenti in Italia, nella lotta alla criminalità organizzata Nicola Gratteri è stato sempre chiaro. Così come lo è sullo scenario inverso, cioè quello dell'Italia di provare a copiare delle regole esistenti in Europa. Così sul tema caldo del tetto al contante il procuratore di Catanzaro non ha avuto dubbi e ha dichiarato che con la proposta di portare il tetto a 10mila euro “l’Italia si è adeguata all’Europa”. Ma Gratteri è contrario a questa proposta perché “meno contante c’è, meno possibilità c’è per piccoli evasori, i mazzettari”.

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