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Cronaca

'Ndrangheta, scarcerato il boss Paviglianiti: dopo due giorni di libertà arrestato di nuovo

Ergastoli annullati dopo 23 anni, ricalcolata la pena. Rimarrà in carcere fino al 2027. L'uomo era stato catturato in Spagna nel 1996

E' stato nuovamente arrestato, due giorni dopo essere tornato in libertà, il boss della 'ndrangheta Domenico Paviglianiti. A eseguire il provvedimento i carabinieri di Novara in collaborazione con la polizia.

Domenico Paviglianti, esponente di spicco della cosca influente a San Lorenzo e Melito Porto Salvo e con ramificazioni al Nord Italia, in particolare in Lombardia, a Milano e Como, e detenuto presso la Casa circondariale di Novara, martedì scorso è stato liberato, dopo aver espiato completamente la pena inflitta poiché detenuto ininterrottamente dal 1996 (data in cui era stato arrestato in Spagna ed estradato in Italia nel 1999).

Il giorno successivo, però, i carabinieri, che avevano provveduto ad un costante monitoraggio fin dal momento della sua scarcerazione, nella mattinata di giovedì lo hanno localizzato e arrestato a Novara. Alla base dell’arresto, la tempestiva segnalazione della Procura generale di Reggio Calabria, diretta da Bernardo Petralia, che ha segnalato alla Procura di Bologna la possibilità di emettere un nuovo provvedimento di carcerazione poiché, nonostante l’uomo fosse in carcere a seguito di cumulo di pene, con una sentenza del 2005 la Corte d’Appello di Reggio Calabria si era pronunciata condannando il boss per gravi reati (associazione mafiosa e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti) compiuti in epoca successiva alla materiale consegna a seguito di estradizione, risalente al 1996.

"Si trattava dell’operazione “Sim Card”, eseguita dai carabinieri del ROS nel luglio 2001, grazie alla quale venne disarticolata un’organizzazione di narcotrafficanti, facente capo alle famiglie di ‘ndrangheta dei “Paviglianiti” di San Lorenzo e dei “Pangallo” di Africo. L’indagine aveva accertato che i “Paviglianiti” trafficavano in armi e stupefacenti avvalendosi della collaborazione di Santo Maisano, latitante e braccio destro di Domenico Paviglianiti, riconosciuto come capo della consorteria e al tempo detenuto e già estradato dalla Spagna.

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