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Cronaca

Inchiesta "Basso profilo", le mire di Gallo su Roma e Talarico come "punto di riferimento"

Secondo gli investigatori della Dia l'imprenditore catanzarese avrebbe puntato sul politico lametino alle elezioni del 2018 per trovare "un'entratura" persa nei palazzi della politica dopo l'arresto del senatore Antonio Caridi

Quello che cercava Antonio Gallo era un “punto di riferimento” a Roma. L’imprenditore catanzarese, il cui nome è finito nelle carte dell’inchiesta “Basso profilo”, cercava Franco Talarico: l’assessore regionale finito ai domiciliari all’alba di oggi, per non rimanere scoperto nei palazzo della politica che conta, per avere un “referente” in grado di sostituire quello che, nella ricostruzione degli inquirenti della Dda di Catanzaro, lo era stato sino al giorno del suo arresto: l’ex senatore reggino Antonio Caridi (che non è indagato nell’inchiesta “Basso profilo” ndr).

Discutendo con Antonino Pirrello, imprenditore reggino finito in manette questa mattina, Antonio Gallo si sarebbe rivolto a Franco Talarico in questi termini: “... noi ti diamo... tutta la mano del mondo... due (mani)... soldi non ce ne servono... che ne abbiamo... grazie a Dio lavoriamo... che ne abbiamo... stiamo bene... però ci serve un referente... se abbiamo bisogno di qualcosa... non vogliamo nè imbrogli... sia chiaro... un punto di riferimento ... illeciti non ce ne servono... a nessuno... però ci serve a volte... un’entratura... una presentazione...”.

Dalle intercettazioni finite nella voluminosa ordinanza di custodia cautelare in carcere, poi, emergerebbe l’abitudine dell’imprenditore catanzarese nel frequentare palazzo Madama. “Gallo - scrivono gli investigatori della Dia - raccontava i benefici avuti nel fare “politica attiva” alla corte di Antonio Caridi”. “... Ti spiego - diceva Gallo all’assessore regionale mentre le cimici degli investigatori registravano tutto - quando io ero al Senato... inc... chiamavo…  sono il Senatore... dice... devo prendere un appuntamento... e tutti mi ricevevano... prego... ed andavo io... quindi... solo che chiamavano... venivano ricevu... vieni ricevuto... solo sono andato alle Ferrovie per trasferimenti?... mi... si prendono le... e poi mi chiamavano... prima di andare... questo non possiamo trasferirlo perchè ha un probl... ha dieci provvedimenti disciplinari…”.

Per il gip che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, su richiesta del procuratore Nicola Gratteri e dei sostituti Paolo Sirleo e Veronica Calcagno: “a dimostrazione comunque della serietà del patto elettorale, rileva il dato per cui il Talarico, nonostante fosse un politico non radicato nel territorio (lo si rammenti che il predetto proviene da Lamezia Terme), abbia comunque ottenuto un risultato di poco inferiore rispetto al candidato del si è aggiudicata la competizione elettorale. E infatti, questi ha ottenuto 44.480 voti, posizionandosi solo qualche punto percentuale sotto la candidata del candidato del movimento 5 stelle, Federica Dieni, eletta con nr. 45.997 voti, con uno scarto di soli 1500 voti circa”.

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