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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Sant'Eufemia d'Aspromonte

Blitz contro la cosca Alvaro, sequestrati armi e oltre 100 mila euro: tre arresti

Il fermo e i sequestri sono stati effettuati durante l'operazione "Eyphemos", condotta dalla Squadra Mobile reggina e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia

Durante il blitz della polizia nell'ambito dell'operazione "Eyfhemos", gli 007 della  Squadra Mobile e del Commissariato di Palmi, in collaborazione con gli agenti del Reparto prevenzione crimine di Vibo Valentia e della Mobile di Napoli hanno arrestato tre persone, in flagranza di reato, accusate di detenzione di armi clandestine.

Il provvedimento è stato emesso dal gip, presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

I fatti

A Palmi, è stato arrestato Domenico Laurendi, perchè risultato in possesso di una pistola marca Regina, calibro 6,35, priva di matricola e munita di caricatore e cartucce, di un coltello basculante, di un pugnale e di un machete. L'uomo è ritenuto responsabile dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, con il ruolo di promotore ed organizzatore di una fazione mafiosa all’interno del locale di ‘ndrangheta di Sant’Eufemia d’Aspromonte, contrapposta a quella facente capo a Cosimo Idà, con l’aggravante recidiva reiterata infraquinquennale.

"Laurendi - spiegano dalla Questura - era deputato a molti ed importanti compiti all’interno dell’organizzazione criminale, avendo anche rapporti con la 'massoneria', ed è ritenuto responsabile anche dei reati di estorsione, reati in materia armi, anche da guerra e clandestine, reati in materia di sostanze stupefacenti, scambio elettorale politico-mafioso ed intestazione fittizia di beni".

A Sant’Eufemia d’Aspromonte, invece, gli investigatori hanno arrestato Diego e Domenico Forgione perchè, in corso di perquisizione domiciliare, sono stati rinvenuti una pistola Beretta modello 70, calibro 7,65, con matricola cancellata mediante l’asportazione di una parte del castello dell’arma, 28 cartucce dello stesso calibro, di cui tre inserite nel caricatore, ed altri due caricatori.

Diego Forgione è ritenuto responsabile, secondo gli inquirenti, di associazione per delinquere di tipo mafioso, con il ruolo di capo ed organizzatore del locale, "con il potere di mettere veto per le affiliazioni, in strettissimo contatto con Domenico Laurendi e gli altri affiliati.

Domenico Forgione, figlio di Diego, è ritenuto responsabile di associazione per delinquere di tipo mafioso, "con il ruolo di partecipe, con il compito di monitorare gli appalti assegnati dal Comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte al fine di agevolare i successivi interessi criminali della cosca".

Il denaro sequestrato

Nel corso della maxi operazione di polizia, è stato sequestrata un’ingente somma di denaro contante. In particolare 62.155 euro e 230 dollari americani a Cosimo Idà (già vice sindaco del Comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte, cognato di Giuseppe Alvaro, ritenuto responsabile del reato di associazione per delinquere di tipo mafioso "con il ruolo di promotore ed organizzatore di una fazione mafiosa all’interno del locale di ‘ndrangheta di Sant’Eufemia d’Aspromonte, con compiti di decisione, pianificazione delle attività economiche, con il potere di affiliazione".

La somma di 4430 euro a Domenico Luppino (già responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte, con rapporti costanti con gli altri affiliati e partecipe alla frangia mafiosa riferibile a Domenico Laurendi). 

Inoltre, a Milano, la Squadra Mobile su delega degli investigatori di Reggio Calabria, nel corso di una perquisizione delegata, nei confronti di un indagato, ha sequestrato la somma di 105 mila euro.

Le armi messe sotto chiave

Infine, nella disponibilità di alcuni arrestati sono stati rinvenuti: 13 fucili, 3 pistole ed relativo e vario munizionamento. L'arsenale, ritirato dai poliziotti, è stato sequestrato in via amministrativa.

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