Il doppio attentato al bar "Mary Kate", nemmeno gli affiliati alla cosca erano al sicuro
Dalle carte dell'inchiesta "Pedigree" emerge l'azione di Maurizio Cortese finalizzata a massimizzare i profitti dei Serraino, due attentati incendiari furono organizzati per agevolare un bar più "remunerativo" per la cosca
Nemmeno gli affiliati alla cosca Serraino erano al riparto da atti di ritorsione organizzati da Maurizio Cortese. Sarebbe questo uno dei retroscena dell’inchiesta “Pedigree” che, durante l’attività di indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, avrebbe fatto luce sugli attentati dinamitardi a danno del bar “Mary Kate” sul Viale Calabria e sulle dinamiche criminali che ne erano a fondamento.
Dalle indagini, infatti, sarebbero stati acquisiti elementi in grado per i magistrati dell’ufficio di Procura di dimostrare come, nell’ottica della massimizzazione dei profitti estorsivi, Maurizio Cortese non abbia esitato ad ordinare la distruzione del bar di un affiliato (Domenico Morabito) al fine di avvantaggiarne un altro (Antonino Filocamo), operante nella stessa zona di Viale Calabria, dal quale avrebbe ottenuto maggiori prebende.
Dalle indagini condotte dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, guidata da Francesco Rattà, sarebbe emerso che Domenico Morabito, gestore di fatto del bar “Mary Kate” sul Viale Calabria, pagava Maurizio Cortese per essere stato autorizzato ad aprire l’esercizio commerciale nella zona notoriamente controllata dai Labate.
Tuttavia il capo cosca, ritenendosi non soddisfatto dalle prestazioni di Domenico Morabito - che, peraltro, avrebbe riferito di aver aperto l’esercizio commerciale senza il placet di alcuno - avrebbe preferito ampliare i suoi guadagni accettando offerte più cospicue da Antonino Filocamo, titolare del “Royal Cafè”, ubicato nelle vicinanze del “Mary Kate” che Maurizio Cortese avrebbe deciso quindi di far chiudere con due gravi danneggiamenti eseguiti mediante incendio con il concorso di Antonino Filocamo.
E così, nella serata del 12 aprile 2019, il bar “Mary Kate” subiva un grave danneggiamento causato da un incendio doloso. Filocamo e Cortese, secondo quanto accertato con l’inchiesta “Pedigree”, avrebbero concordato che se Domenico Morabito avesse riaperto il bar, essi avrebbero posto in essere ulteriori danneggiamenti.
E così sarebbe stato. Il 13 maggio 2019, Domenico Morabito avviava i lavori di ristrutturazione dell’esercizio commerciale. Ed esattamente 5 giorni dopo l'inizio dei lavori, il bar “Mary Kate” subiva un nuovo danneggiamento mediante incendio. Ulteriori intese intercorse tra i predetti consentivano a Domenico Morabito di riaprire il bar.