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La tesi dell'accusa

Quasi sessanta anni di carcere per smontare il “Theorema-Roccaforte”

E' questo il computo delle condanne chieste della Dda di Reggio Calabria, al centro dell’inchiesta gli affari e le dinamiche estorsive della cosca “Libri”

Quasi sessant’anni di carcere, è questo il computo delle condanne chieste della Dda di Reggio Calabria al tribunale (presieduto dal giudice Fabrizio Forte) nel rito ordinario del processo “Theorema-Roccaforte”. Richieste arrivate all’esito della requisitoria dell’accusa rappresentata dai magistrati Stefano Musolino e Walter Ignazitto.

Tra gli imputati, sette in tutto – 15 persone hanno scelto l’abbreviato, giunto ora al grado d’Appello – spiccano le figure di Stefano Sartiano, per il quale sono stati chiesti 19 anni di reclusione, Domenico Sartiano (chiesti 17 anni) e Domenico Pratesi (chiesti 18 anni).

Più “lievi”, invece, le richieste per Saverio Nocera (4 anni e sei mesi), Caterina Angela Stivilla, Angela Pirrello e Maria Chirico (tre anni a testa). Nelle prossime udienze continueranno le repliche degli avvocati difensori. Già il prossimo 17 gennaio sarà il turno dell’avvocato Lorenzo Gatto che segue le arringhe degli legali Marco Gemelli e Carmelo Chirico.

Al centro dell’inchiesta gli affari e le dinamiche estorsive della cosca “Libri” secondo i diktat impressi dal ritenuto reggente Filippo Chirico. Le accuse sono a vario titolo, associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione illegale di armi aggravati dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni, violenza privata e altro.

Nello specifico, i pubblici ministeri contestano ai presunti appartenenti alla “famiglia” di Cannavò il tentativo di aver realizzato affari illeciti invadendo diversi settori della vita cittadina tra cui quello delle scommesse sportive e dei giochi online, come raccontato anche dal boss Mario Gennaro, nel frattempo divenuto collaboratore di giustizia.

Nel rito abbreviato, i giudici di secondo grado hanno pronunciato 12 condanne nei confronti della nuova generazione dei “Libri”. La più pesante, 19 anni di reclusione, proprio nei confronti di Filippo Chirico, genero del boss Pasquale Libri deceduto nel 2017.

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