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Il provvedimento

Ndrangheta e scommesse online, scatta la confisca beni per 1 milione e 800 mila euro

La guardia di finanza del comando provinciale ha eseguito il provvedimento emesso dalla sezione Misure di prevenzione, sotto chiave il patrimonio di un imprenditore romano

Confisca beni per 1 milione e 800 mila euro a carico di un imprenditore romano operativo a Reggio Calabria, operante nel settore dei giochi e delle scommesse online.

Il provvedimento, emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria, è stato notificato dal militari del comando provinciale della guardia di finanza reggina, guidati dal colonnello Maurizio Cintura, che hanno lavorato a stretto contatto con i colleghi dello Scico.

Il coordinamento delle operazioni è stato gestito dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri.

La figura criminale dell’imprenditore, fanno sapere le fiamme gialle, era emersa nell’ambito dell’operazione “Galassia”, condotta dal nucleo di Polizia economico finanziaria di Reggio Calabria, con il supporto dello Scico nei confronti di un sofisticato ed altamente remunerativo sistema criminale, finalizzato all'illecita raccolta di scommesse on-line attraverso importanti bookmakers esteri. In particolare, questi ultimi, aventi sede in Austria e Malta, avrebbero operato in rapporto sinallagmatico con la 'ndrangheta.

Difatti, da un lato l’organizzazione criminale avrebbe offerto una sorta di “protezione ambientale” all’impresa di gaming, consentendo l’espansione sul territorio di punti di distribuzione e garantendo, con l’intimidazione, il recupero dei crediti di gioco; dall’altro, la stessa avrebbe ottenuto una contropartita monetaria, infiltrandosi nelle imprese, godendo di un canale privilegiato per la ripulitura del denaro sporco, lucrando sugli utili e inserendo propri esponenti nella rete commerciale territoriale.

In tale contesto è emersa la figura del proposto, che figurerebbe tra gli ideatori del descritto sistema illecito, nei confronti del quale - allo stato del procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità - è stata avanzata richiesta di rinvio a giudizio, tra gli altri, per il reato di associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso.

Alla luce delle richiamate evidenze, la Direzione distrettuale antimafia reggina – sempre più interessata agli aspetti economico-imprenditoriali legati alla criminalità organizzata – ha delegato il Gruppo investigazione criminalità organizzata e lo Scico, a svolgere apposita indagine a carattere economico/patrimoniale finalizzata all’applicazione, nei confronti del citato imprenditore, delle richiamate misure di prevenzione patrimoniali.

L’approfondimento di indagine, anche valorizzando le risultanze delle pregresse indagini, ha consentito di ricostruire le acquisizioni patrimoniali effettuate dall’anno 2000 all’anno 2020 e di rilevare, attraverso una complessa e articolata attività di riscontro, il patrimonio direttamente e indirettamente nella disponibilità dell’imprenditore, il cui valore sarebbe risultato sproporzionato rispetto alla capacità reddituale manifestata.

Di conseguenza, nel mese di giugno 2021, la sezione Misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria, ha disposto il sequestro del patrimonio riconducibile al citato imprenditore e, successivamente, riconoscendo la validità dell’impianto indiziario, con il provvedimento in parola ha decretato - allo stato del procedimento ed impregiudicata ogni diversa successiva valutazione nel merito - l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca dell’intero compendio aziendale di 2 società operanti nel settore dei servizi connessi alle tecnologie informatiche, quote di partecipazione al capitale sociale di 1 società operante nel settore della gestione di profumerie e commercializzazione dei relativi prodotti, 7 immobili, nonché disponibilità finanziarie, per un valore complessivamente stimato in circa 1,8 milioni di euro.

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