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Cronaca

Operazione "Chirone", ecco la rete dei Piromalli per non perdere l'affare sanità

Attraverso società "schermo", la cosca riusciva ad ottenere gli ordinativi per la fornitura dei materiali medicali presso i presidi dell’Asp di Reggio Calabria

Il 23 marzo 2021, il Ros - col supporto in fase esecutiva dei Comandi Provinciali Carabinieri di Reggo Calabria, Catanzaro e Bologna - ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia, diretta da Giovanni Bombardieri.

I provvedimenti hanno raggiunto 14 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di numerose corruzioni, trasferimento fraudolento di valori, traffico di influenze illecite in concorso, tutti aggravati dal metodo mafioso.

Le indagini, coordinate dal Procuratore aggiunto Gaetano Paci e dal Sostituto procuratore Giulia Pantano,  si sono concluse nel 2018, in epoca antecedente alla pandemia,   e si sono concentrate sull’Asp di Reggio Calabria la cui competenza si estende sull’intera provincia amministrativa suddivisa nei distretti sanitari di Reggio Calabria, Tirrenico e Ionico ed il cui funzionamento è stato alterato dai condizionamenti mafiosi, da parte della cosca “Piromalli”, la quale aveva il controllo fattuale di tale settore tramite la famiglia Tripodi di Gioia Tauro.

Le investigazioni hanno consentito di documentare gli assetti organizzativi della cosca “Piromalli” (ramo facente capo a Giuseppe Piromalli, di 76 anni) nell’ambito della quale hanno assunto posizione di particolare rilievo i medici Giuseppantanio e Francesco Michele Tripodi, quest’ultimo genero del decano Piromalli Girolamo inteso “Don Mommo” di 103 anni. I due fratelli recentemente deceduti (nel 2018), nonché il figlio di Francesco Michele, Fabiano, sono tutti medici. I primi due, nel tempo, hanno ricoperto vari incarichi nelle Aziende Sanitarie di Reggio Calabria, Gioia Tauro, Palmi e Tropea, mentre Fabiano Tripodi è risultato figura di riferimento degli assetti societari operanti nel settore sanitario della Minerva srl, Mct Distribution & Service srl e Lewis medical srl.

I nomi degli arrestati

Gli interessati, forti delle posizioni ricoperte nel tempo nel comparto sanitario regionale e avvalendosi della capacità intimidatoria derivante dall’appartenenza alla cosca “Piromalli”, hanno compromesso il sistema gestionale dei Distretti sanitari dell’Asp di Reggio Calabria, acquisendo in tale ambito una posizione dominante.

Al riguardo, è emerso come, tra le altre, siano state alterate le procedure di nomina dell’attuale Direttore del Distretto tirrenico dell’Asp di Reggio Calabria, Salvatore Barillaro (finito ai domiciliari per il reato di concorso esterno), la cui nomina fu frutto di precisa volontà dei Tripodi, cosa che ha permesso loro di controllare quel distretto sanitario, sia per le forniture di dispositivi medici, che per influenzare i trasferimenti del personale.

Infatti, attraverso l’azienda “Mct”, riconducibile al sodalizio, e alla "Lewis Medica”, che faceva da “schermo”, essendo aggiudicatrice di appalti di fornitura presso l’Asp di Reggio Calabria, la cosca riusciva ad ottenere gli ordinativi per la fornitura dei materiali medicali presso i presidi dell’Asp di Reggio Calabria, in particolare presso gli ospedali di Gioia Tauro, Polistena, Locri e presso l’Azienda ospedaliera del capoluogo.

I proventi di dette forniture venivano ripartiti, tra la “Mct” di Gioia Tauro e la Lewis Medica di Lamezia Terme nella misura del 50% (il tutto al fine di eludere le disposizioni in materia di prevenzione patrimoniali, ragione per la quale sono oggetto di sequestro preventivo).

Le predette aziende riuscivano ad accaparrarsi le forniture di prodotti medicali negli ospedali e poliambulatori reggini, sia ricorrendo a procedure di affidamento diretto, sia attraverso un collaudato sistema di corruttela del personale medico e paramedico, deputato ad eseguire la richiesta di approvvigionamento; venivano, infatti, registrati diversi episodi di corruzione, che riguardavano oltre a regalie di diverso genere, l’elargizione di contributi legati a percentuali su commesse garantite alle ditte, che variavano dal 2,5 al 5% a seconda del prodotto e dell’ordine effettuato.

Inoltre è stato documentato come l’organizzazione godeva di una via preferenziale per le liquidazioni dei mandati di pagamento in favore del laboratorio clinico Minerva srl, di Gioia Tauro, convenzionato con il Servizio sanitario nazionale e direttamente riconducibile ai Tripodi.

L’indagine ha permesso di dimostrare come i soci della “Mct", erano pienamente consapevoli di quali fossero i contatti “mafiosi” a cui potevano rivolgersi al fine di  ottenere le aggiudicazioni delle forniture, dimostrando così la loro piena intraneità ai sodalizi criminali della piana di Gioia Tauro, tanto che alcuni dei soci occulti, erano in grado di interloquire con esponenti di vertice delle altre cosche.

L’odierna inchiesta offre uno spaccato puntuale anche sugli attuali rapporti esistenti tra mafiosi appartenenti a diverse articolazioni di ‘ndrangheta del “Mandamento tirrenico”; infatti sotto il profilo associativo sono emerse sinergie criminali e imprenditoriali nel settore sanitario con la cosca “Molè” i cui esponenti figuravano, unitamente a quelli dei “Piromalli”, nell’assetto societario della “Mct Distribution & Service srl”; inoltre sempre nella stessa ottica è emerso come il rappresentante della Lewis Medica, Arcieri Giancarlo, fosse in rapporti con la cosca “Pesce” di Rosarno, come documentato dalle intercettazioni registrate.

L’indagine, ancora, ha permesso di confermare la necessità del reciproco riconoscimento tra cosche, infatti è stato documentato come i soci della "Mct”, per “lavorare” all’interno del nosocomio di Polistena, hanno dovuto necessariamente “interloquire” con esponenti mafiosi locali.

I Tripodi, quindi, costituivano i principali interlocutori della cosca Piromalli nei rapporti con il sodalizio dei Mancuso, operante nella Provincia di Vibo Valentia. Al riguardo è stato registrato come Giuseppantonio Tripodi più volte si è recato presso l’abitazione di  Domenico Mancuso, inteso “Mico ninja”, nonché luogo di abituale dimora di suo fratello Antonio Mancuso.

I Tripodi, inoltre, per il principio della solidarietà mafiosa, provvedevano al sostentamento delle famiglie degli appartenenti alla cosca; infatti si occupavano della cura del nucleo familiare del defunto Rocco Albanese di 58 anni inteso “Purviredda” deceduto il 14 marzo 2005 a seguito di agguato mafioso, quest’ultimo già autista e uomo di fiducia di Giuseppe Piromalli, di 100 anni inteso “Don Peppino”.

Nella contestualità dell’operazione è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni mobili, immobili e rapporti bancari, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti del “Centro analisi Minerva” in Gioia Tauro, della “Mct distribuito & service srl” e della “Lewis medica srl” per un ammontare complessivo del sequestro pari a circa 8 milioni di Euro.

I risultati conseguiti con gli odierni provvedimenti sono frutto di una prolungata manovra investigativa avviata dal Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri, finalizzata a individuare infiltrazioni e condizionamenti della pubblica amministrazione, del mercato delle imprese, delle filiere economiche e dei settori ad alta remuneratività, già concretizzatasi con l’esecuzione di provvedimenti restrittivi nell’ambito delle indagini Maestro, ‘Ndrangheta banking, Reale, Mediterraneo, Sansone, Mammasantissima, Mandamento e Provvidenza, tutte dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.

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