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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Gioia Tauro

Operazione Ghimpu, maxi truffa all’Inps con false associazioni sindacali: 11 arresti

Sequestro preventivo a carico di 152 indagati, per un valore di circa 750 mila euro. Il blitz della guardia di Finanza a Gioia Tauro, Palmi, Reggio Calabria e Roma

Frode all'Inps attraverso false associazioni sindacali, 11 arresti e un sequestro preventivo a carico di 152 indagati. A tutti vengono contestati e a vario titolo, i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata. Gli arrestati sono residenti nei comuni di Gioia Tauro, Palmi, Reggio Calabria e Roma

E' scattata all'alba, l'operazione "Ghimpu", del Comando provinciale della guardia di finanza, condotta dal gruppo di Gioia Tauro, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi e con l’ausilio di personale del nucleo Pef di Roma e di altri reparti delle fiamme gialle.

I dettagli dell'attività investigativa

Le indagini, coordinate dal procuratore della Repubblica di Palmi, Ottavio Sferlazza e dai sostituti Ignazio Vallario e Daniele Scarpino, hanno consentito di acquisire indizi di colpevolezza sull’esistenza di un’associazione per delinquere, dedita ai reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, con particolare riferimento all' indebita percezione di indennità previdenziali correlate a fittizi rapporti di lavoro, nella quale gli indagati Giuseppe Carbone, Francesco Lovecchio, Claudio Castaldo e Salvatore Calabria, rivestivano il ruolo di promotori ed organizzatori. All'interno della struttura sono risultati inseriti anche consulenti del lavoro.

I nomi degli indagati 

Giuseppe Carbone, 57 anni, residente a Palmi;
Claudio Castaldo, 43 anni, residente a Gioia Tauro;
Francesco Lovecchio, 44 anni, residente a Roma;
Salvatore Calabria, 42 anni, residente a Roma;
Alessandro Taverna, 50 anni, residente a Roma;
Bruno Arena, 52 anni, residente a Reggio Calabria;
Pasquale Saccà, 41 anni, residente a Gioia Tauro;
Vincenzo Parisi, 53 anni, residente a Palmi;
Gaetano Bellamace, 65 anni, residente a Gioia Tauro;
Demetrio Scuderi, 59 anni, residente a Reggio Calabria.

Sono state accertate fraudolente percezioni di indennità previdenziali e  per questi sono stati disposti 152 sequestri preventivi, nei confronti degli indagati di concorso in truffa aggravata e risultati beneficiari delle prestazioni previdenziali, per un valore complessivo di circa 750 mila euro.


L’indagine 

Nasce dall’analisi di una serie di “indici di anomalia” da parte degli ispettori dell’Inps della sede di Cosenza. 
"L’acquisizione e l’analisi di una considerevole mole di documenti, hanno consentito di dimostrare che il sodalizio criminale, - spiegano dal Comando provinciale della guardia di finanza - al fine di lucrare illecitamente erogazioni pubbliche destinate alla tutela dei lavoratori, aveva costituito una serie di associazioni sindacali in realtà inesistenti, con correlative sedi fittizie e apparenti e/o ignari legali rappresentanti, con le quali, previa richiesta di codice fiscale per soggetti inesistenti, veniva falsamente denunciata l’instaurazione di fittizi rapporti di lavoro e successivamente richieste ed ottenute fraudolentemente prestazioni previdenziali (disoccupazione, malattia e maternità)".

Creazione documenti falsi

Traendo in errore personale dell’Agenzia delle entrate, venivano richiesti ed ottenuti codici fiscali per soggetti inesistenti, sia di nazionalità italiana che straniera, attraverso la creazione e l’utilizzo di documenti d’identità falsi, come nel caso emblematico della fantomatica Ghimpu Elena, (da cui prende il nome l’operazione) formalmente rappresentante legale di oltre un centinaio di sedi territoriali di sindacati presenti su tutto il territorio nazionale, rispondenti alle sigle: Fic, Anli, Fapi, Confsal – Faspi e, infine, l’Associazione Sindacale Lavoratori Stranieri, tutte assolutamente false ed utilizzate solo per portare a compimento la frode.

Nel corso delle indagini è stato inoltre accertato come le sedi nazionali delle suddette associazioni sindacali, tutte riconducibili agli indagati, erano tutte ubicate in un unico immobile con sede a Roma, nella disponibilità di Francesco Lovecchio.

Nel vano tentativo di eludere le indagini e di sottrarsi alle proprie responsabilità, in seguito agli atti ispettivi, eseguiti da personale dell’Inps o dalle attività di controllo dei militari della guardia di finanza, alcuni indagati hanno addirittura simulato di interloquire direttamente con Elena Ghimpu.

Le laboriose indagini finanziarie effettuate sui numerosi conti correnti bancari ovvero sulle carte prepagate indicate nei moduli delle richieste per l’ottenimento delle indennità previdenziali, hanno consentito inoltre di accertare che i reali beneficiari delle erogazioni previdenziali da parte dell’Inps, insieme a numerosi soggetti che non avevano prestato alcuna attività lavorativa e destinatari del sequestro preventivo, fossero gli stessi arrestati o loro familiari.

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