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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Gioia Tauro

Otto mesi di indagini per lo scacco matto allo spaccio di marijuana

I particolari dell'operazione "Marracash" che ha portato all'esecuzione di un'ordinanza di arresto per quattro persone, per l'obbligo di dimora per due indagati e per il divieto di dimora di altri due componenti del gruppo criminale

Otto mesi di indagini, otto mesi di pedinamenti ed intercettazioni. E’ stato un lavoro inteso e duro quello portato a compimento dai Carabinieri della compagnia di Gioia Tauro, guidati dal capitano Andrea Barbieri (nel video) per chiudere il cerchio investigativo dell’inchiesta “Marracash”. Indagini che, all’alba di oggi, si sono tramutate in un’ordinanza di custodia emessa dal gip del tribunale di Palmi notificata ad otto soggetti indagati. 4 dei quali finiti agli arresti; 2 sottoposti al divieto di dimora e 2 ai quali è stato applicato l’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria.

I Carabinieri della stazione di San Ferdinando, durante gli otto mesi di indagine, hanno seguito gli indagati, li hanno intercettati, hanno filmato le piazze di spaccio e censurato oltre cinquanta cessioni di droga, marijuana in particolare, fra i protagonisti del gruppo criminale disarticolato ed i propri clienti.

Droga che veniva smerciata presso la tendopoli di San Ferdinando così come nelle campagne dello stesso centro della Piana di Gioia Tauro, dove uno dei soggetti raggiunto dall’ordinanza era solito nascondere la “roba”.

L’attività di indagine, come spiegano gli investigatori dell’Arma, ha avuto origine dal controllo di un soggetto italiano F. R. M., impiegato presso il Porto di Gioia Tauro, il quale si adoperava nelle attività di spaccio di sostanze stupefacenti a diversi suoi concittadini da un casolare sito nella periferia del Comune di San Ferdinando e con l’ausilio di altri due suoi amici, P.G. ed A. F., quest’ultimo attualmente detenuto a seguito dell’ operazione di polizia denominata “Eclissi” contro le cosche di ‘ndrangheta di San Ferdinando.

Successivamente, nel corso delle indagini, i Carabinieri della stazione di San Ferdinando, comandati dal maresciallo maggiore Francesco Vadalà (nel video) è stata individuata un’altra donna italiana di San Ferdinando, B.C., dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti a cittadini residenti a San Ferdinando, San Costantino Calabro e Polistena, la quale si riforniva sia dal soprannominato F. R. M. che presso la Tendopoli di San Ferdinando ove prestava servizio al front office d’ingresso della stessa struttura di accoglienza.

La donna riceveva la sostanza stupefacente anche da un suo collega di lavoro di nome K. M., di nazionalità gambiana, operaio nella raccolta di rifiuti all’interno della Tendopoli stessa, fulcro dello spaccio di sostanze stupefacenti sia nei confronti di cittadini africani lì domiciliati che di cittadini italiani residenti in San Ferdinando.

In ultimo, nell’attività investigativa, è emersa la figura di un altro cittadino gambiano, S. O., residente a Rosarno, ritenuto spacciatore di livello superiore poiché forniva la sostanza stupefacente al connazionale K. M. e coordinava l’attività illecita nelle zone ricadenti nei pressi della tendopoli stessa.

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