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Cronaca Gioia Tauro

Ritorsioni contro il cognato, condannati in primo grado i fratelli Sposato

Operazione Married. I tre sono accusati di danneggiamento aggravato con l'uso di un fucile a canne mozze, spari in luogo pubblico e detenzione illecita di cartucce cal. 12 e calunnia

A distanza di 4 mesi dall'arresto, nell'ambito dell'operazione Married, i fratelli Rocco, 24 anni, Cosma, 24 anni, e Pamela Sposato 31 anni, sono stati condannati in primo grado dal gup presso il Tribunale di Palmi, dopo aver seguito di patteggiamento. 

Le condanne

Rocco Sposato, a 2 anni e 10 mesi di reclusione, Cosma, a 2 anni e 6 mesi e Pamela a 2 anni e 4 mesi di reclusione.

La ricostruzione

Lo scorso 1 agosto, gli agenti del commissariato di pubblica sicurezza di Gioia Tauro, con il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, avevano eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei fratelli Cosma, Rocco e Pamela Sposato.

I fatti contestati

"Ai tre fratelli - spiegano dalla Questura - fu contestato il concorso in diverse fattispecie di reato: danneggiamento aggravato dell’autovettura di proprietà di Salvatore Cucinotta (fratello del marito di Pamela Sposato) con l'uso di un fucile a canne mozze, spari in luogo pubblico, detenzione illecita di cartucce cal. 12 e calunnia. I fatti contestati nella misura cautelare erano stati commessi a Rosarno il 10 giugno 2020".

Le indagini erano scattate dopo la denuncia presentata da Pamela Sposato "per una violenta lite avvenuta con il marito, sorta per ragioni economiche legate all’impiego del denaro di famiglia per l’acquisto, da parte dell’uomo, di sostanza stupefacente". La lite, secondo il racconto di Pamela Sposato, era gravemente degenerata in un’aggressione violenta a seguito della quale la denunciante aveva deciso di lasciare l’abitazione familiare insieme ai figli.

La denuncia di Pamela Sposato

La 31enne aveva inoltre denunciato una lunga serie di maltrattamenti: minacce, percosse e lesioni, poste in essere dal marito nel corso della convivenza matrimoniale, e che la donna riconduceva all’inizio della tossicodipendenza che aveva trasformato il coniuge in un soggetto violento e manesco.

Le violenze le avevano più volte provocato lesioni ed ecchimosi, ma Sposato recandosi al pronto soccorso degli ospedali di Gioia Tauro e Polistena per le cure del caso, non aveva mai raccontato la verità, giustificando le sue condizioni come incidenti domestici.

"La denuncia - si legge ancora nella nota della polizia - era apparsa agli agenti come un’accorata e genuina richiesta di aiuto di una donna vittima di violenze e indifesa, ma quanto esposto assunse "connotati del tutto particolari" (come descritti dal gip) quando, il giorno successivo, a Rosarno, fu danneggiata l’autovettura del cognato della Sposato, il fratello del marito, con un colpo di fucile cal.12 caricato a palla asciutta".

Sin dalle prime ricostruzioni investigative risultò evidente che il danneggiamento potesse essere ricondotto ad una vera e propria ritorsione messa in atto dai fratelli di Pamela Sposato, i gemelli Rocco e Cosma, peraltro già noti al personale del commissariato di Gioia Tauro, e la tesi trovò un primo riscontro quando, nella notte dell'11 giugno 2020, gli agenti trovarono, occultato tra i cespugli a San Ferdinando, un fucile cal.12 e 7 cartucce dello stesso calibro caricate a palla asciutta.

L’arma risultò peraltro essere stata modificata per aumentarne potenzialità e portabilità. Successivamente Pamela Sposato confessò di essere stata l’ideatrice e l’esecutrice del danneggiamento, riferendo precisi dettagli anche sull’arma utilizzata e ammettendo di aver avuto l’intenzione di uccidere il marito ed il suocero, per vendicarsi delle violenze subite negli anni.

Le indagini

L’attività investigativa condotta dal personale del commissariato di Gioia Tauro, coordinato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, consentì di definire quella che era stata la strategia dei fratelli Sposato, che avevano tentato di sviare le indagini per non farsi identificare quali esecutori del grave danneggiamento posto in essere e allo stesso tempo avevano consentito alla sorella di ottenere che il marito temesse per la propria incolumità e lasciasse l’abitazione familiare.

Nel prosieguo delle indagini, oltre al coinvolgimento dei gemelli Rocco e Cosma, confermati quali esecutori materiali del danneggiamento, era emerso che la sorella Pamela aveva intenzione di utilizzare qualsiasi espediente pur di allontanarsi dal marito e che i fratelli ritenevano avesse una relazione extraconiugale.

Da quanto intercettato, Cosma Sposato affermava "di voler uccidere l’amante della sorella e, laddove  necessario, anche la madre e la sorella di quest’ultimo", dichiarando testualmente "non gli sparerò la macchina ma gli sparerò direttamente la testa".
 

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