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La conferenza / Palmi

Operazione Nuove leve, Crescenti: "Giovani che si muovono in una zona borderline"

Il procuratore di Palmi ha tracciato la genesi dell'inchiesta dei carabinieri. Il pm Lucisano: "Chi tentava di spezzare il circuito criminale veniva placato"

"Considero l'operazione Nuove leve di estrema importanza per il territorio. Ci troviamo di fronte a soggetti che si muovono in una zona borderline, che aspirano a passaggio nel più vasto campo delle organizzazioni criminali". Sono queste le parole del procuratore di Palmi, Emanuele Crescenti, dette durante la conferenza stampa tenutasi presso il comando provinciale dell'Arma di Reggio Calabria, che hanno messo in evidenza l'operato investigativo dei carabinieri che, all'alba di oggi, hanno dato corso alla notifica di un'ordinanza di misure cautelari a carico di 11 indagati.

Undici giovani, nei confronti dei quali non è stato contestato il reato associativo per la mancanza di prova di una stabilità operativa, che si muovevano come dentro una rete - usando sempre le parole del procuratore Crescenti - "per mettersi in mostra, per farsi valere e conquistare una porzione di territorio in cui gli interessi economici sono forti e gli appetiti importanti".

Un embrione criminale che, con le armi in pugno e una tuta da imbianchino addosso, ha provato a zittire una signora di Seminara che aveva scelto di collaborare con lo Stato per fare luce su di una aggressione, anzi meglio sull'aggressione che è alla base dell'indagine portata avanti dai carabinieri della compagnia di Palmi, guidati dal maggiore Luca Ghiselli e coordinati dal comandante del gruppo di Gioia Tauro, tenente colonnello Gianluca Migliozzi, che si è consumata a ottobre del 2021 ed ha portato alla denuncia per lesioni personali di cinque soggetti.

Sarebbe stata l'analisi delle chat registrate sui telefonini, poi sequestrati dai carabinieri, a fornire a Davide Lucisano: il pubblico ministero di Palmi che ha seguito le indagini, e le intercettazioni telefoniche ritenute dagli inquirenti di fondamentale importanza nella conduzione delle indagini, ha fornire un quadro più esauriente di quello che era successo per i vicoli di Seminara e di ciò che stava accadendo in quel comprensorio.

"Quello uscito dalle indagini - ha commentato il pubblico ministero Davide Lucisano - e dall'analisi dei cellulari è un quadro giovanile seminarese e non solo proclive al crimine". Un contesto nel quale, come specificato dal procuratore di Palmi, "chi tentava di spezzare il circuito criminale veniva placato". 

C'era il senso civico di una onesta signora da punire e, quindi, come detto dal maggiore Luca Ghiselli in conferenza stampa, "si mirava a creare clima di omertà e intimidazione e i giovani entrati in azione sono sembrati spregiudicati e attenti". Per gli investigatori dell'Arma, infatti, almeno uno dei partecipanti alla rissa avrebbe impugnato la pistola per sparare contro la casa di chi aveva scelto di testimoniare.

"Un gruppo di giovani in grado di accedere ai mercati illegali, nel circuito delle armi e sostanze stupefacenti", scrive il gip di Palmi Francesca Mirabelli che, su richiesta del procuratore Emanuele Crescenti, ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare. L’elemento centrale del gruppo sarebbe Tommaso Oliveri, 20 anni, di Seminara, nei confronti del quale il gip Concettina Garreffa ha emesso un’ordinanza di arresto su richiesta del procuratore di minori di Reggio Calabria Roberto Di Palma. Per i magistrati della procura di Palmi, Tommaso Oliveri sarebbe "una vera e propria giovane leva della criminalità locale".

Gli arrestati

In carcere sono finiti anche Rocco Lombardo (24 anni di Sinopoli, di fatto domiciliato a Sabaudia), Michele Lombardo (27 anni di Seminara), Gabriele Lombardo (25 anni di Melicucco), Fidia Mesiano (21 anni di Melicuccà), Elio Arcangelo Morfea (28 anni di Sinopoli) e Francesco Violi (43 anni di Palmi). 

Arresti domiciliari, infine, per Giuseppe Oliveri (32 anni di Seminara), Angelo Lombardo (37), Giony Quaranta (21) e Samuele Quaranta (20) tutti e tre di Cinquefrondi.

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