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Cronaca Centro / Via Nazionale, 66

Shopping e assenteismo alla Città metropolitana: indagati 22 dipendenti

Chiusa indagine "Via vai", durante l'orario di lavoro qualcuno andava a fare la spesa, altri venivano coperti dai colleghi senza mai prendere posto in ufficio, dando vita ad un "sistema di malaffare pervasivo, diffuso e perdurante"

L'attività di indagine è stata ribattezzata "Via vai" e questo da il senso di quello che gli uomini della Guardia di finanza di Reggio Calabria hanno portato alla luce all’esito di una delicata, incisiva e articolata attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria – diretta dal procuratore capo, Giovanni Bombardieri – che ha visto militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria impegnati nella notifica di avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso nei confronti di 22 dipendenti pubblici assenteisti della Città Metropolitana – ex Provincia – di Reggio Calabria, tutti indagati per truffa aggravata ai danni dell’Ente di appartenenza.

Sotto la lente 22 dipendenti

Le indagini in questione, condotte dai finanzieri della compagnia pronto impiego di Reggio Calabria, sono state coordinate dal procuratore aggiunto, Gerardo Dominijanni, e dirette dal sostituto procuratore, Paolo Petrolo. La complessa attività investigativa, corroborata da oltre tre mesi di riprese video e servizi di osservazione, pedinamento e controllo, ha consentito di smascherare la truffa ai danni dell’Ente di appartenenza posta in essere da parte dei 22 dipendenti pubblici. 

Favori reciproci

Nello specifico, gli indagati, attraverso un collaudato sistema basato su favori reciproci ed espedienti posti in essere per attestare la presenza lavorativa presso gli uffici di appartenenza, riuscivano ad assentarsi indisturbati dal luogo di lavoro anche per diverse ore al giorno. Alcuni impiegati, addirittura, non facevano neppure ingresso presso la sede, sebbene figurassero regolarmente in servizio.

Un sistema di malaffare

Un sistema di malaffare che, per i suoi caratteri di pervasività e diffusione nel contesto amministrativo dell’ente, non poteva che realizzarsi e perdurare nel tempo attraverso atteggiamenti di radicata complicità tra i singoli indagati; il tutto per perseguire personali benefici, in un clima di cronico disinteresse per le funzioni pubbliche svolte e di totale assenza di senso del dovere.

Attestata falsamente la presenza

In concreto, con artifici e raggiri, i dipendenti attestavano falsamente la propria presenza lavorativa, raccogliendo, a rotazione, più tessere magnetiche vidimandole per certificare la presenza del personale, facendo sì che il solo “vidimatore” intraprendesse il servizio e che, solo in seguito, arrivassero alcuni degli altri, riuscendo così ad eludere ogni forma di controllo interno.

Palazzo Alvaro-2Diverse le ore di assenza

È stato accertato che, in media, ciascun dipendente arrivava ad assentarsi anche per diverse ore al giorno, su un orario previsto giornaliero di 6 ore di servizio. Molti impiegati giungevano la mattina con oltre 2 o 3 ore di ritardo e senza vidimare la propria presenza: il collega d’ufficio aveva, infatti, già provveduto ad attestare per loro l’entrata. Il favore poi veniva ricambiato dai colleghi “ritardatari” della mattina, all’uscita. In tal modo diversi impiegati potevano abbandonare, in modo del tutto arbitrario, il proprio ufficio con largo anticipo e senza dover registrare la fine del proprio turno di servizio.

Alcuni non si presentavano sul luogo di lavoro

Alcuni impiegati, addirittura, “coperti” da colleghi d’ufficio, non si presentavano neppure sul luogo di lavoro, pur risultando regolarmente in servizio. Con questo stratagemma, in ogni singolo gruppo, ciascun dipendente poteva rimodulare autonomamente la propria giornata lavorativa assentandosi liberamente e a propria discrezione, per poter così fruire di lunghe pause caffè nei diversi bar della città, per andare a fare shopping lungo il corso, per andare a fare la spesa o, addirittura, per dedicarsi ad altra attività lavorativa. 

Si andava a fare la spesa

Diversi indagati, poi, rientravano tranquillamente in ufficio dopo essersi assentati anche per diverse ore con buste della spesa al seguito. La lotta all’illegalità nella pubblica amministrazione costituisce una priorità per la Guardia di Finanza, alla luce del fatto che questa contribuisce a ostacolare la realizzazione del potenziale di crescita economica nazionale e influisce negativamente sulla qualità dei servizi proposti al cittadino dalle amministrazioni nazionali.

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