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Martedì, 23 Aprile 2024
Sanità / Locri

Assistenza al travaglio, novità all'ospedale di Locri dopo la segnalazione di Salvagente

Sollecitata dall'associazione, la garante Stanganelli ha avviato una sinergia con la direzione di ostetricia e ginecologia per tutelare i diritti delle partorienti senza caregiver

L'ospedale di Locri si impegnerà per garantire l'assistenza al travaglio e al puerperio nel reparto di ginecologia e ostetricia. Un primo traguardo, piccolo ma significativo, è l'estensione della durata delle visite: prima consentito solo una volta al giorno, dallo scorso 6 aprile sarà possibile a un familiare per due ore (dalle 13.30 alle 14.30 e dalle 18,30 alle 19.30). A renderlo noto è la garante regionale per la salute, Anna Maria Stanganelli, che alla fine di marzo si è attivata interloquire con il direttore dell'unità operativa, Giuseppe Macrì, in seguito alla segnalazione giunta dall'associazione nazionale Salvagente. 

Un'ora in più per le visite e modifiche organizzative per consentire l'assistenza al travaglio

"Il dottor Macrì - spiega Stanganelli - ha dimostrato subito grande attenzione e sensibilità. Ma ci sono importanti novità anche per il futuro, perché stiamo lavorando per dare risposta alle preoccupazioni di tante mamme partorienti e si valuterà l’opportunità di un ingresso differenziato al blocco travaglio in modo da non interferire con il blocco operatorio (attualmente i due blocchi coesistono) e dare la possibilità dell’assistenza al travaglio". 

La garante è tornata qualche giorno fa nell'ospedale di Locri per rendersi conto personalmente della situazione e ricorda come il nosocomio abbia innegabili carenze strutturali con sole due stanze occupate da quattro degenti e servizi igienici esterni con scarsa tutela della privacy, uno scenario che richiede ds molti anni un intervento sui locali. Aggiunge Anna Maria Stanganelli: "Ferme restando queste difficoltà, e gli spazi limitati e una ristrutturazione e adeguamento dei locali in fieri, che potranno certamente contribuire alla risoluzione delle problematiche, si sta valutando intanto la possibilità, di assistenza alla mamma per la prima notte del cesareo". Conclude la garante: "Resterò in contatto costante con l’avvocato Starinieri, consulente legale di Salvagente, le mamme e il direttore Macri in attesa che questi impegni presi possano concretizzarsi al più presto. È importante fare rete, perché solo collaborando tutti assieme, si vince".

La segnalazione di Salvagente, Damasco: "Per legge l'accesso dei parenti non può essere impedito"

L'attenzione verso l'ospedale di Locri (che non è l'unico in Calabria a presentare questo disagio per le neomamme) scaturisce da un caso sollevato dall'associazione nazionale Salvagente Italia, aps nata per divulgare le pratiche di primo soccorso con corsi rivolti alle famiglie che hanno permesso di salvare la vita di tanti bambini. Tra le campagne di punta dell'associazione c'è "Ospedali aperti", battaglia nata dall'esigenza di riammettere con urgenza i parenti dei malati nei reparti ospedalieri dopo il divieto istituito durante la pandemia. La proposta confluita nella commissione parlamentare affari costituzionali con un emendamento di Italia Viva è diventata legge nel febbraio 2022 ripristinando dal 10 marzo 2022 in tutta Italia un accesso giornaliero in reparto (con alcuni prerequisiti legati a tampone negativo, guarigione o vaccinazione Covid) e senza possibilità da parte dei direttori sanitari di impedirlo. Mirko Damasco, presidente di Salvagente, spiega: "Alcune mamme ci hanno segnalato che a Locri continua a vigere quella limitazione, che è oggi illegittima, ma esaminando la situazione abbiamo riscontrato che il problema in quel presidio esisteva già prima del Covid e che dipende purtroppo dalla struttura. Ma anche in assenza di interventi di ristrutturazione che ovviamente richiederanno un iter e tempi lunghi - continua Damasco - anche con la mediazione della garante abbiamo ottenuto un impegno a creare le condizioni per garantire ugualmente l'assistenza al travaglio con un caregiver. Bisogna comprendere che il padre o un familiare della partoriente non è un semplice visitatore, la sua presenza apporta benefici morali e anche scientifici, perché in molti casi anche fuori da questo settore è stato dimostrato l'effetto positivo sui pazienti nell'avere accanto una persona cara. Il fatto che questa buona pratica sia oggi regolata dalla legge dimostra - conclude - che non si tratta di una concessione ma del riconoscimento di un diritto". 

"La ristrutturazione che è in corso - conclude Anna Maria Stanganelli - risolverà la maggior parte dei problemi ma per raggiungere ogni risultato occorre lavorare in sinergie e ieri all'ospedale di Locri ho visto un impegno in questa direzione che mi rende fiduciosa".


 

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