La grande bellezza dei palazzi storici di Corso Giacomo Matteotti
Conversazione dell'architetto Renato Laganà nel corso dell'iniziativa promossa dall'associazione Amici del Museo, nell'ambito del progetto "Archeologia, Cultura e Territorio". L'incontro è stato presentato da Francesco Arillotta, presidente del sodalizio culturale
La sede dell’associazione Amici del Museo, nell'ambito del progetto "Archeologia, Cultura e Territorio", ha ospitato la preannunciata conversazione del consigliere, professore architetto Renato Laganà, sui palazzi storici del Corso Giacomo Matteotti di Reggio Calabria.
Al cospetto di soci e simpatizzanti, richiamati dall’interessante argomento, e presentato dal presidente dell’associazione, professor Francesco Arillotta, l’illustre studioso, ben noto per le sue ricerche sulla storia calabrese e su quella reggina in particolare, ha virtualmente accompagnato il pubblico lungo la bella arteria cittadina, per rivelarne i tesori edilizi.
La rassegna ha avuto inizio da Palazzo Barbera, all’angolo con Largo Cristoforo Colombo: progetto redatto dagli ingegneri Antonio Marino prima e Domenico Corigliano poi; inizio dei lavori nell’anno 1926; stile dell’edificio in armonia con gli indirizzi artistici dell’epoca. Con lo stesso criterio, e servendosi di disegni e immagini, sono stati
passati in rassegna gli altri palazzi: Romeo Retez, Fiaccadori, Giuffrè, Belfanti, Spinelli, Hotel Miramare, e così via dicendo.
L'architetto Laganà si è soffermato anche sugli edifici pubblici presenti sulla strada: l’Istituto Gullì, il Palazzo del Governo, quello dell’ex Genio Civile, quello dell’Intendenza di Finanza, l’Istituto Piria. "È stato - spiega lo storico Arillotta - un ripercorrere la storia urbanistica della città che si scrisse all’indomani del terribile terremoto del 28 dicembre 1908. Laganà si è ripetutamente rifatto al salto di qualità e sulla preziosità stilistica che l’edilizia privata e pubblica segnò nella lunga fase di ricostruzione. Senza dimenticare l’innovazione tecnica più importante che quella ricostruzione comportò: l’adozione di quel cemento armato, al quale è affidata la solidità antisismica degli edifici presenti al Reggio Calabria".
È seguito poi un ampio dibattito, tendente soprattutto a sottolineare i valori di quelle nuove forme artistiche che i progettisti dell’epoca seppero dare alle loro costruzioni edilizie: motivi che hanno dato alla nostra città l'incomparabile caratterizzazione urbana.