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Trasporti e disservizi

Trenitalia dice no e rinvia la richiesta di un gruppo di pendolari reggini

Ancora gravi disagi quotidiani per i lavoratori che finiscono il servizio alle 17 devono rientrare partendo dalla stazione Omeca

In Calabria Trenitalia sta indossando l'abito tecnologico. Solo dieci giorni fa, con grande risalto mediatico e dichiarazioni di efficienza, è stato consegnato il quinto dei 14 nuovi treni a trazione elettrica, nel rispetto del calendario previsto dal contratto di servizio. Ma il rovescio della medaglia sono i disagi dei pendolari, che continuano nonostante vari reclami e le richieste presentate ufficialmente dal comitato spontaneo costituito proprio per rappresentare la categoria con l'azienda e le istituzioni regionali.

Uno dei casi posti all'attenzione di Trenitalia (e ad oggi rimasto inascoltato) è quello dei lavoratori pendolari del polo industriale del Gebbione, che a fine turno devono rientrare a casa a Bovalino o fino a Rocella jonica. Per gli operai Hitachi, che terminano di lavorare alle 17, la stazione di riferimento è Rc Omeca, dove però l'unico treno utile per rincasare è quello che parte alle 17.08 dalla stazione centrale. Ma la distanza rende impossibile raggiungere piazza Garibaldi in tempo per quell'orario, costringendo i lavoratori a usare il treno successivo, arrivando molto più tardi.

A segnalarlo è stato un membro del gruppo facebook del Comitato pendolari, facendo sapere di aver chiesto l'istituzione di un altro treno in orario utile, con un reclamo firmato da 20 utenti. Ma al momento la richiesta è stata rifiutata con l'impegno a rivalutarla in futuro.

Spiega il pendolare: "Poiché non è possibile prendere il treno 5536 delle 17.08 da Reggio centrale perché non effettua fermate a Rc Omeca e non è possibile raggiungere la centrale in tempo, per rientrare a fine giornata lavorativa, un lavoratore che smonta dal servizio alle 17 deve aspettare il treno 21600 delle 18.13 e viaggiare per un tempo di circa 1h e 40-50 minuti per giungere, nel mio caso a Bovalino, ma ho colleghi che scendono anche a Roccella jonica"

L'unica alternativa è quella di chiedere un permesso ("che non può essere quotidiano", osserva il pendolare), e prendere il treno 21943 delle 16.44 a Rc Omeca per poi scendere a Melito di Porto Salvo e aspettare il fantomatico 5536, quello che non effettua fermate a Rc Omeca.

"La gestione del servizio è catastrofica - conclude il pendolare - e il problema dell'orario è associato al rumore, le vibrazioni, l'affollamento, la puzza di gasolio che quotidianamente sopportiamo".

Gli orari pomeridiani dalla stazione Omeca rientrano tra le problematiche segnalate lo scorso dicembre dal Comitato tramite una pec indirizzata alla società e alla Regione. Trascorsi due mesi, molte richieste (tra cui quella in questione) non sono state soddisfatte. Ma sembra che a breve i rappresentanti dei pendolari saranno convocati per una riunione con l'azienda e l'Autorità regionale dei trasporti (dopo quella tenuta alla fine del 2022), nella quale potranno ribadire una tempestiva risoluzione dei disagi ripresentando le loro proposte su orari e collegamenti, legati ai disservizi sulla tratta jonica e tra Reggio e Cosenza. 

Un'altra pendolare porta poi all'attenzione del gruppo la scomodità di non poter acquistare - anche pagando qualcosa in più - un abbonamento unico che consente di usare tutti i mezzi Trenitalia, come avviene in altre regioni. Proprio il progressivo stillicidio di collegamenti e la programmazione di orari illogici che non tengono conto delle esigenze dei lavorarori obbliga gli utenti, pur di accorciare i tempi di rientro a casa, a prendere tipologie di treno diverse da quella dell'abbonamento. 

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