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Giovedì, 28 Marzo 2024
L'idea

Petizione per intitolare l'aeroporto di Lamezia a Corrado Alvaro

Iniziativa lanciata su Change.org da Leporace e Passarelli e condivisa dal sindaco di San Luca, che estenderà la proposta ai colleghi della Locride

Ribattezzare l'aeroporto di Lamezia Terme con il nome di Corrado Alvaro è l'idea lanciata dal giornalista Paride Leporace e il professore Gianluca Passarelli attraverso una petizione su Change.org. In poche ore l'iniziativa ha avuto grande riscontro con numerose adesioni, tra cui quella del sindaco di San Luca, Bruno Bartolo, che condividerà la proposta con l'assemblea dei sindaci della Locride da lui presieduta. 

A firmare non sono stati soltanto intellettuali e cittadini calabresi ma anche personaggi autorevoli della cultura nazionale come Alberto Barbera, direttore della Mostra del Cinema di Venezia. Tra i sostenitori, l'accademico ed ex vicesindaco reggino Tonino Perna scrive nei commenti: "Credo che Corrado Alvaro rappresenti non solo il più grande scrittore calabrese ma anche un uomo che ha saputo essere fino in fondo calabrese e cittadino del mondo".

 I due promotori spiegano così la loro proposta: "Corrado Alvaro, i suoi scritti, le sue parole, rappresentano il più alto esempio di quella calabresitudine alta da riaffermare. Consacrare un luogo quale l’aeroporto principale della regione, alla figura nobile, prestigiosa e illustre di Alvaro, rappresenterebbe un segnale assai positivo".

E aggiungono: "Scrivendo della sua Calabria, Alvaro descriveva un luogo di transito, una stazione ferroviaria: 'Ci trovavamo sul marciapiedi della stazione d’una linea secondaria, in attesa del treno, cioè dell'elettro treno, come si chiama. C’era qualche studente che tornava a casa dall’esame sbrigato presto, un prete, giovani professionisti, avvocati attempati e vecchi notai che andavano alle loro visite settimanali della clientela di provincia, qualche coppia di sposi, di cui una vestita di nero, la donna stretta in una guaina che faceva risaltare la pelle d’un bianco di camelia'. Basta - continuano Leporace e Passarelli - sostituire treno con aereo per vedere con gli occhi e con l’immaginazione il grande traffico di persone, storie, cose che transitano quotidianamente in aeroporto. Secondo Alvaro '… il calabrese “vuole essere parlato”. Bisogna parlargli come a un uomo che ha sentimenti, doveri, bisogni, affetti: insomma, come a un uomo'. Anche la Calabria ha un particolare bisogno di essere parlata, e vuole che si parli di Lei attraverso il suo figlio più prodigioso". 

Un passaggio è dedicato specificamente al "luogo aeroporto", e parlando dello scalo lametino a chi legge torna alla memoria la recente polemica innescata dal sindaco catanzarese Nicola Fiorita proprio attorno al titolo di quell'aeroporto (che si chiama "Sant'Eufemia"), per aggiungervi il nome del capoluogo regionale. Un'idea marcatamente faziosa e divisiva (così come lo era stata la reazione dei lametini). Pur non riferendosi a quel fatto, contro certe zuffe campanilistiche scrivono pure Paride Leporace e Gianluca Passerelli nel testo della petizione: "Gli aeroporti, come le stazioni dei treni, sono spesso non-luoghi, dove lo spaesamento individuale è accentuato. In assenza di riferimenti storico-sociali-culturali definiti, identificati, riconosciuti e riconoscibili, la a-spazialità accentua processi di depauperamento civico e sociale. L’àtopon, un luogo di ciò che è senza luogo, diventi toponimo di una comunità spaesata, ma che cerca riferimenti collettivi. Non si tratta di mera metonimia, di maquillage, di marketing dei luoghi. Viceversa, l’intento è proprio sottrarre al vuoto dei codici, delle etichette campaniliste o delle sigle fantasiose, quanto dovrebbe richiamare immediatamente, ossia senza intermediazioni e subito, il senso di appartenenza e la comune identità. Da rivendicare con orgoglio, senza chauvinismo, tanto più essa sia capace di viaggiare nello spazio e nel tempo”.

Il grande scrittore calabrese eletto dai maestri della letteratura di tutti i tempi sarebbe il miglior vettore di questo obiettivo. Concludono i promotori: "Confidiamo che presto il nome di Alvaro viaggi da e per l’aeroporto principale quale veicolo di cultura e identità". 

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