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Piazza De Nava

Botta e risposta tra Fondazione Mediterranea e Sovrintendenza

Apertura al dialogo nell'interesse cittadino affinché si valuti la questione con oggettività

"Al mattino del 31 gennaio, mentre si teneva il Consiglio Comunale aperto per discutere sulla questione della progettata demolizione della storica piazza De Nava, perviene - fa sapere la Fondazione -  il riscontro della Soprintendenza alla lettera aperta inviata dalla Fondazione Mediterranea. 

"Deludente perché impreciso e lacunoso, - secondo la Fondazione Mediterranea -  il riscontro era essenzialmente difensivo e, scritto in burocratese, non affrontava minimamente la vera questione posta dalla Fondazione Mediterranea: rispetto per la storia cittadina, la memoria collettiva e l’identità dei luoghi. 

Il riscontro è stato sostanzialmente respinto: con garbo e rispetto dei ruoli ma senz’alcuna deferenza verso un'autorità che non si è fin ora distinta per equilibrio, professionalità e rispetto della propria mission (vedasi il “restauro conservativo” del Lido Comunale e la mancata tutela della pavimentazione storica del Corso Garibaldi fatta di preziose basole di pietra lavica). 

In sintesi, le posizioni della Soprintendenza sono state ampiamente confutate sotto il profilo urbanistico, architettonico, estetico, storico, identitario, etico e politico". 

Di seguito un passo sull’aspetto urbanistico. “La Soprintendenza ha scelto di considerare piazza De Nava non una piazza storica da tutelare ma uno strumento urbanistico: con una “demolizione” (termine usato nel progetto definitivo) completa dell’assetto e delle componenti esistenti per farne una nuova, di servizio al Museo Archeologico e alla viabilità urbana, e renderla uno “spazio ampio” in cui tenere anche “mostre” ed “eventi folkloristici” (testuale dal progetto definitivo). 

"È quindi palesemente falsa - continua la Fondazione -  l’affermazione che non vi sarà demolizione ma solo un restauro conservativo: di quanto c’è ora non rimarrà nulla; nel progetto definitivo si vede e si legge che niente resterà in piedi dell’impianto storico della piazza, rasato a zero per costruirvi al suo posto una piazza completamente nuova. Se l’italiano è la lingua che parliamo e se le parole hanno un significato condiviso, lei continua a sostenere la falsità che non è prevista nessuna demolizione.”

Riguardo l’aspetto politico, così si legge. “Posto che la piazza è della Città di Reggio Calabria e non certamente della Soprintendenza, se la città non è d’accordo la piazza non può essere demolita. I carri armati li abbiamo già avuti in Città negli anni Settanta, i morti anche; lo Stato ha già dimostrato al Sud come può essere duro e feroce nell’affermare la sua legge. Non sono più quei tempi, naturalmente, ma lo spirito dei reggini è lo stesso: non vanno toccati nella loro dignità.

Il 98 per cento degli interventi sui social media è contrario alla nuova piazza e il Consiglio Comunale del 31 gennaio 2022 all’unanimità ha votato un ordine del giorno che sostanzialmente pone in stand by tutta la questione. Con queste premesse, Lei, Soprintendente di Reggio, come fa ancora a insistere sul progetto senza prevedere una sua revisione che sia rispettosa della storia cittadina, della memoria collettiva e dell’identità dei luoghi?

La lettera si chiude con un’apertura al dialogo. “Si chiede di considerare la possibilità che la Soprintendenza, nel rispetto del suo mandato e della mission ministeriale, valuti con oggettività tutta la questione e proponga soluzioni alternative che, rispettando la volontà popolare, siano finalizzate al maggiore interesse cittadino.”".

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