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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il caso / Centro / Piazza de Nava

Piazza de Nava, si chiederà la convocazione di un'assemblea civica

Il fronte cittadino di opposizione al progetto di rifacimento gioca una nuova carta per spingere l'amministrazione a rispettare la volontà popolare

Si allarga il fronte di opposizione al restyling di piazza de Nava. E adesso all'orizzonte c'è la richiesta di convocazione di un'assemblea civica. Dopo la richiesta delle autorizzazioni e i primi sopralluoghi, il contestato cantiere è vicinissimo a partire. Ma una larga maggioranza di cittadini, intellettuali, storici e associazioni continua a battersi contro un progetto che non è stato condiviso e sostengono non abbia rispettato quanto stabilito dalla conferenza di servizi e dal consiglio comunale aperto del 31 gennaio 2022, ovvero la tutela dell’identità storica della piazza e un’interlocuzione con i soggetti sociali interessati.

L’ultima assemblea del Comitato Civico per la tutela e il restauro conservativo di piazza De Nava ha registrato l’adesione di altre rappresentative sigle associative cittadine. Tra queste: Laboratorio Politico Patto Civico, Fondazione Girolamo Tripodi, Circolo Apodiafazi, Istituto del Nastro Azzurro, Nuovo Umanesimo, Movimento Civico Rheginon, Rete Comitati e vari Comitati di Quartiere, tra cui Eremo e Centro Storico G. De Nava, Laboratorio Politico Società Aperta.

Da Fondazione Mediterranea si spiega che nella riunione, analizzata la palese conflittualità tra i deliberati del consiglio comunale aperto e la richiesta di avvio dei lavori di demolizione della piazza posta dalla Soprintendenza reggina all’Amministrazione comunale, si è deciso di richiamare il Sindaco e la Giunta al rispetto degli impegni assunti in quella data. Ma "ciò non è avvenuto: non vi è stata interlocuzione tra le parti e, soprattutto, non è stata portata alcuna modifica al progetto esecutivo che prevede la demolizione dell’impianto storico della piazza con la perdita definitiva di un importante pezzo di memoria collettiva, di storia cittadina e di identità dei luoghi".

Ecco perché la fondazione, il comitato e le associazioni, ribadite le loro posizioni sull’etica politica, sull’estetica urbanistica e sull’identità storica dei luoghi, per contestare il nulla osta all’inizio dei lavori di demolizione concesso dall'amministrazione "in presenza di un deliberato unanime del consiglio comunale che dispone la tutela dell’identità storica della piazza" e "obbligare il sindaco facente funzioni a ottemperare ai suoi doveri nei confronti della cittadinanza", ha deciso di rendere cogente l’articolo 20 dello statuto della città di Reggio Calabria che espressamente prevede per questi casi il ricorso a un’assemblea civica, indetta su richiesta di 400 cittadini o di cinque associazioni iscritte all’albo comunale o di 10 consiglieri comunali.

Spiega Vincenzo Vitale, presidente di Fondazione Mediterranea: "L'orientamento è stato quello di tentare di attualizzare il pensiero espresso da Salvatore Settis sul tema: l’indispensabilità di una consultazione popolare per ristabilire in città la legalità e le regole di un civile e democratico confronto, compromesso dal poderoso vulnus democratico che si è determinato con l’orchestrare sconquassi urbanistici in segrete stanze". 

L'assemblea civica sarà determinante per sancire la volontà popolare sul futuro di una delle piazze più rappresentative della città. E quanto uscirà fuori da quell'assise non potrà essere ignorato dall'amministrazione. Il passo ulteriore, fanno capire dal Comitato, potrebbero essere le vie legali.

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