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La polemica

Piazza de Nava, nel progetto paracarri al posto degli alberi tagliati

Vincenzo Vitale torna a denunciare gli interventi del contestato rifacimento sulle piante e il verde della storica piazza

Continua la polemica sugli alberi tagliati in piazza De Nava e nelle laterali vie Tripepi e Romeo. L'indignazione collettiva che aveva seguito la scomparsa delle piante e l'immagine scioccante dell'area dentro il cantiere, completamente vuota tranne il monumento, era stata arginata dall'amministrazione motivando il taglio con la pericolosità degli alberi in questione. I quali, è stato assicurato, saranno sostituiti da nuove piantumazioni. Ma Vincenzo Vitale, presidente di Fondazione Mediterranea e portavoce del comitato civico spontaneo per la difesa della piazza, torna alla carica sfoderando i disegni del progetto di rifacimento della piazza, dove si vede che l'eliminazione degli alberi era prevista ma al loro posto ci saranno paracarri. Vitale aveva già denunciato la situazione lo scorso anno durante la lunga battaglia contro il progetto della Soprintendenza diventata poi un esposto alla procura per danneggiamento di bene culturale. 

Mostrando una tavola del progetto, afferma Vitale: "Come avevamo già denunciato, l'abbattimento degli alberi era ampiamente previsto nel progetto, insieme alla totale demolizione della piazza. I puntini rossi sono i paracarri, così definiti nel progetto, che sostituiranno come ben si vede gli alberi. I paracarri, definiti anche come dissuasori di parcheggio, saranno costituiti dai resti lapidei della recinzione razionalista demolita". 
Insomma, niente alberi - e stiamo parlando non della piazza in sé, dove invece è noto dai vari rendering divulgati che ci saranno molti punti di verde, ma delle strade laterali che, insieme a quella che oggi confluisce dal corso Garibaldi e sarà inibita al traffico, formeranno un unicuum integrato con palazzo Piacentini, sede del museo archeologico nazionale. Ma in via Tripepi e via Romeo, stando al progetto, l'addio delle piante sarà definitivo e appunto saranno sistemati i dissuasori di traffico. 

Tra segnalazione di alberi pericolosi e specie arboree da salvaguardare

La spiegazione arrivata dal Comune per gli alberi tagliati, ovvero che fossero fonte di pericolo, non è un'invenzione. Due anni fa una segnalazione in merito era arrivata da Andadic, il cui referente unico Vincenzo Crea aveva chiesto una verifica della stabilità di "alberi che presentano accentuata inclinazione sulla strada comunale via Demetrio Tripepi adiacente alla piazza Giuseppe De Nava".

Crea sollecitava un'ispezione e conseguenti interventi di messa in sicurezza della filiera di alberi situati sulla via Tripepi (che oggi non ci sono più) spiegando come - era il 2021 - avessero raggiunto un’altezza di circa 12 metri. "Il fusto - affermava il referente di Andadic - presenta un'accentuata inclinazione sulla citata strada comunale e sul marciapiede ed eventuale crollo interesserebbe anche i visitatori di piazza De Nava".

Ben altra storia riguarda invece gli alberi storicamente presenti nella piazza, che saranno sostituiti da piante diverse e non identitarie del territorio secondo Vitale, che ha sempre denunciato questo aspetto tra i tanti che nel progetto della Soprintendenza tradirebbero l'identità della piazza. Ma il presidente di Fondazione Mediterranea non è stato il solo a difendere le specie arboree di piazza De Nava e in particolare gli esemplari di pittosforo che con la loro chioma e le dimensioni peculiari sono parte indelebile del campo visivo della piazza custodito nella memoria dei reggini. Sempre nel 2021 la federazione metropolitana di Europa Verde era intervenuta sul restauro di piazza De Nava chiedendo attraverso il commissario Gerardo Pontecorvo che si tutelassero "gli alberi che ne costituiscono parte fondamentale e caratterizzante". Pontecorvo ricordava come a Reggio Calabria, proprio per i vari rifacimenti di piazze e strade, fosse in atto “un inarrestabile depauperamento del patrimonio arboreo, vittima di progetti di riqualificazione urbanistica che non prendono in considerazione l'identità biologica degli alberi e il loro ruolo ambientale, ricreativo, estetico e conservativo della memoria storica e architettonica nel contesto urbano”.

Riguardo piazza De Nava, gli ambientalisti reggini esprimevano amarezza per le palme malate, tagliate e mai sostituite e per interventi di potatura e rimpiazzo incoerente di alberi su via Tripepi, che destavano perplessità. Dunque, per gli ambientalisti reggini “nemmeno piazza De Nava e strade limitrofe hanno fatto eccezione. Gli alberi di pittosporo venivano esaltati da Pontevorco come “piante di valore storico, naturalistico e paesaggistico dovuto alla loro collocazione, alla loro vetustà, alla caratteristica forma ombrelliforme delle chiome e, soprattutto, alla conformazione dei tronchi da cui si dipartono branche e rami contorti e nodosi particolarmente scenografici come testimoniato anche dal numero di visitatori, giornalisti e naturalisti che li ritraggono nei loro reportages fotografici e video”. Per questo gli Europa Verde metropolitana aveva chiesto alla Soprintendenza di sottoporli a vincolo paesaggistico, una tutela che avrebbe impedito il loro danneggiamento e soprattutto vietato di tagliarli. Questa protezione è stata decretata dalla Soprintendenza di Messina nel 2004 proprio per un esemplare di pittosporo che si trova in una proprietà privata e dunque di una valenza naturalistica e storica inferiore agli alberi di piazza De Nava. "Se quegli alberi fossero tagliati o danneggiati prima dell’imposizione del vincolo si consumerebbe un irreparabile danno alla storia e all’ambiente della città”, aveva ammonito Gerardo Pontecorvo, con parole profetiche che oggi si sono avverate. I pittospori non ci sono più e i nuovi alberi non saranno della stessa specie e neanche rappresentativi di una tipicità arborea del territorio, ad esempio ulivo, arancio o bergamotto (come aveva chiesto mesi fa quando la piazza era ancora intatta il professor Pasquale Amato). Si tratterà invece di essenze arbustive, cioè, per dirla in modo prosaico, comuni piante da aiuola e provenienti da aree geografiche lontane e diversissime dalla biodiversità ambientale di Reggio. 

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