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Tra cinema e realtà

Il Pinocchio di Guillermo Del Toro attraversa lo Stretto

Una scena dell'acclamato film immagina che la balena viva in queste acque. E Geppetto parte da Reggio per ritrovare il burattino

Grazie alla magia del cinema può capitare che Pinocchio viva nell'Italia del ventennio fascista e insieme alla compagnia di un impresario truffatore attraversi le acque dello Stretto per raggiungere Catania, dove si esibirà nientemeno che per il Duce in persona. E che Geppetto, l'amorevole padre, per ricongiungersi al suo ragazzo di legno, viaggi fino alle coste di quella che sembra essere un'apocalittica Reggio: nella storia non viene nominata, ma lo attesterebbe la geografia della cartina che segna il tragitto compiuto da Pinocchio insieme al burattinaio Conte Volpino (una via di mezzo tra Mangiafuoco, la Volpe con una vaga somiglianza al mitico attore canadese Donald Sutherland), che scende giù dal Piemonte e a Sud di Roma, con destinazione Catania. Nel molo di questa surreale Reggio, l'anziano falegname incontra un traghettatore dall'aspetto inquietante, a cui paga tutti i suoi risparmi per farsi portare al di là del mare, appunto in Sicilia. 

La citazione appartiene al film di Guillermo Del Toro tratto dalla fiaba di Collodi, che è attualmente in programmazione su Netflix schizzando in pochi giorni tra i più visti della categoria. Un'opera visionaria di animazione girata con la tecnica cinematografica stop motion (ma tutt'altro che per ragazzi, anzi targata per adulti), dove il regista interpreta le avventure del celebre burattino con un racconto dark e la creazione di personaggi oscuri. Tra questi c'è il nostro Caronte reggino, una sorta di contrabbandiere con una mano ad uncino e la gamba di legno, che subito ammonisce Geppetto definendo lo Stretto non un mare ma un cimitero.

Nel caso del film, il riferimento è alla minaccia del terribile squalo (la balena non sarebbe stata così cattiva) che ne abita le acque e divora ogni essere vivente di cui fiuta il sangue, ma a queste latitudini il termine evoca istintivamente anche le morti dei migranti nel Mediterraneo - ovviamente avveniristiche per l'epoca del fascismo. Nonostante il pericolo, il falegname vuole rivedere il figlio e si mette in viaggio sulla barca del nocchiero, evitando le bombe che cadono copiosamente sull'Italia e talvolta esplodono facendo scempio di gabbiani, sotto un cielo fumoso color ruggine che si riflette sull'acqua (la fotografia del film è spaziale). A metà della traversata, il predatore emerge con l'enorme bocca aperta: l'astuto comandante abbandona l'imbarcazione gettandosi in acqua munito di salvagente, mentre Geppetto e il grillo parlante Sebastian vengono inghiottiti dal pescecane.

Lo Stretto rappresentato nel Pinocchio di Del Toro è un abisso spaventoso, dove si muore in modo orrendo, tra le zanne del mostro marino. Da lì passerà però indenne un borioso Mussolini, dittatore dell'Italia che "merita di più". Stavolta non si vede nessun ponte, a inventare una storia da incubo su quello ci ha pensato la serie The Bad Guy, dove si consuma una strage molto più agghiacciante di quella del pescecane. E senza nessun lieto fine fiabesco. 

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