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Giovedì, 28 Marzo 2024
Emergenza sanitaria / Polistena

Polistena, il comitato attiva presidio permanente per il diritto alla salute

Al via con una raccolta di farmaci le iniziative dei cittadini che denunciano lo stato drammatico dei servizi dell'ospedale

A Polistena è stato attivato un presidio permanente per la tutela del diritto alla salute che come primo atto ha promosso una raccolta di farmaci. L'iniziativa è del comitato spontaneo in difesa della salute, che ha deciso di far sentire la propria voce perché "tra diritti negati e attese infinite sale la paura cari dirigenti sanitari sale la paura di stare male ed avere la certezza che baseremo il nostro ingresso in ospedale sulla fortuna del momento".

Una situazione insostenibile, che i componenti del comitato hanno analizzato illustrando le loro azioni di lotta civica programmate sul territorio.

"L'ospedale di Polistena - spiegano in una nota - rischia di precipitare da un momento all’altro con conseguenze gravi per tutti. Passata l’euforia per l’arrivo dei medici cubani che ringraziamo non solo per la loro presenza ma soprattutto per la loro professionalità che si è fatta valere sin dalle prime ore di lavoro, vogliamo ricordare comunque che si tratta di una situazione tampone e del tutto momentanea, che non basta a farci rilassare". Come rilevano dal comitato infatti la carenza annosa del personale paramedico rimane, ma esiste un problema ancor più serio su cui si chiede immediato riscontro ai vertici dell’Asp, ovvero la mancanza di medicinali indispensabili, oltre a garze, siringhe, alcol, cotone, aghi e altri strumenti per attività quotidiana ed operatoria, soprattutto in un ospedale spoke, l'unico della Piana con un bacino di utenza pari a 170 mila abitanti.

Il comitato denuncia anche le carenze strutturali dell'edificio e le condizioni del reparto più obsoleto, quello di pediatria: ad attestarlo sono le foto scattate da alcune mamme, che mostrano l’umidità sui muri, muffa, sedie e porte rotte, cullette consumate dall’usura.

Scrivono dal comitato: "Diverse associazioni da mesi ci segnalano la mancata sensibilità dei vari dirigenti sanitari succedutisi nel tempo, per diritti mai riconosciuti e che dovrebbero essere scontati, come i parcheggi riservati alle persone con disabilità, la mancanza di rampe di accesso ai reparti, le condizioni dell’asfalto all’interno dell’ospedale, la segnaletica inesistente e gran parte dell’area esterna lasciata all’incuria e al pascolo di animali randagi".

Continua la nota: "E’ una vergogna in una regione dove si spendono 320 milioni di euro per migrazione sanitaria. Pretendiamo l’attivazione di concorsi seri, dove predomina la meritocrazia e vogliamo che i nostri giovani laureati possano rimanere nella loro terra, e pretendiamo interventi mirati anche nel reperire personale paramedico nell'aumento dei letti, richiesti mesi fa dalla chirurgia e che servirebbero per i pazienti subito dopo un intervento". 

Precisano dal comitato: "Non abbiamo bisogno di medici eroi che fanno turni di 24 ore pur di scongiurare la chiusura del reparto, ma di medici competenti e attenti che hanno il giusto riposo con turni accettabili". 

Unica nota positiva in questo panorama di emergenza è il provvedimento della commissaria dell'Asp reggina Lucia Di Furia, che ha attivato le procedure per lo screening del tumore al colon retto. E sulla stessa linea, si attende ora inoltre nella provincia l’attivazione delle Aft (aggregazioni funzionali territoriali) in modo da soddisfare le tante richieste del territorio e snellire l’accesso ai pronto soccorso".

Dopo la raccolta di farmaci, il comitato ci tiene a far sapere che non si fermerà qui continuando in modo organizzato l'attività di sensibilizzazione dei cittadini delle gravi carenze che continuano a persistere nei nostri ospedali. Concludono: "Vogliamo anche smuovere le coscienze orami indurite di chi dovrebbe attivamente fare e non fa".

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