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I controlli / Gioia Tauro

Il fiuto di Joel per scovare la cocaina nascosta da 78 tonnellate di banane dell'Ecuador

Nei giorni precedenti sulle banchine del porto di Gioia Tauro era stato intercettato un carico di 600 chilogrammi di polvere bianca

Il fiuto di Joel, l'intuito degli investigatori delle fiamme gialle reggine, la perseveranza dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e la professionalità degli operatori dell'Agenzia delle dogane presso il porto di Gioia Tauro. E' questo il mix di esperienze che ha portato all'ennesimo maxi sequestro di cocaina: oltre 2700 chilogrammi di polvere bianca purissima che, immessa sul mercato illegale della droga avrebbe fruttato oltre 800 milioni di euro.

L’eccezionale risultato conseguito, che mette ancora una volta in risalto la centralità dello scalo portuale di Gioia Tauro per i signori della coca, è il frutto di un’attività di intelligence e di analisi costante delle rotte commerciali che dal Sud-America giungono al Mar Nero, transitando dallo scalo calabrese.

Gli investigatori, tra i migliaia di container in transito, ne hanno individuato due provenienti da Guayaquil (Ecuador) e destinati in Armenia, dove gli stessi sarebbero dovuti giungere attraverso il porto Georgiano di Batumi.

Sequestro record al porto di Gioia Tauro: le immagini

Gli approfondimenti sulla documentazione reperita e i controlli incrociati, effettuati mediante le banche dati, sulle società coinvolte nell’operazione, hanno quindi corroborato le ipotesi investigative e la necessità di procedere all’ispezione dei due box refrigerati, lunghi oltre 12 metri e contenenti 78 tonnellate di banane.

La cocaina è stata individuata dopo lunghe e complesse operazioni di ricerca, con l’ausilio di sofisticati scanner in dotazione all'Agenzia delle dogane e dei monopoli e delle unità cinofile della Guardia di finanza e del cane antidroga Joel.

Complessivamente la sostanza stupefacente sequestrata dalle Fiamme Gialle gioiesi e dai funzionari del Reparto Antifrode dell’UD di Gioia Tauro, risultata di qualità purissima ed in perfetto stato di conservazione, avrebbe potuto fruttare ai trafficanti un introito di oltre 800 milioni di euro.

Anche in considerazione dell’ingente quantitativo, per le operazioni di trasporto e la successiva distruzione sono stati impiegati oltre 30 militari specializzati della Guardia di Finanza che hanno curato il dispositivo di sicurezza.

Il maxi sequestro comunicato oggi dalla Guardia di finanza e dall'Agenzia delle dogane è solo uno degli ultimi portati a segno presso e banchine del porto di Gioia Tauro. 

Nei giorni antecedenti all’operazione, le complesse attività di analisi di rischio e i riscontri fattuali sui migliaia di contenitori provenienti dal continente sudamericano, avevano consentito ai militari della Guardia di finanza e ai funzionari doganali di individuare ulteriori carichi di cocaina per un totale di 600 kg.

Lo stupefacente, in questi casi, era stato abilmente occultato in 6 container in modalità sempre differenti: tra la merce, in doppi fondi o, ancora, nelle intercapedini esterne dei box.

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