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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Premio Muse 2023 alla storica famiglia di orafi G.B. Spadafora

Con la firma del premiato su tavoletta in argilla cruda, realizzata dall’artista e ceramista Rossella Marra, l’ultimo atto e che da 23 anni vede la consegna del riconoscimento dell'associazione reggina

Il Premio Muse versione 2023 è stato consegnato domenica scorsa alla quarta personalità scelta in questa edizione di apertura di anno sociale. Da 23 anni il riconoscimento viene ritirato da volti e personalità importanti del panorama nazionale e non solo e coincide con l’inizio della programmazione invernale della nota associazione culturale calabrese.

Una solenne cerimonia così si è tenuta presso la Chiesa degli Artisti di Reggio Calabria, San Giorgio della Vittoria creando una occasione utile per conoscere meglio l’attività e la memoria di questa importante realtà artigianale che ha varcato i confini nazionali.

In apertura della premiazione il saluto del parroco degli artisti, don Nuccio Cannizzaro, che ha salutato la premiazione come riconoscimento che vede proiettato nel nazionale importanti nomi che “Le Muse” con il suo presidente Livoti riescono ad intercettare di anno in anno. "In un luogo come questa chiesa che esalta il bello e dunque arriva a Dio, - ha concluso Cannizzaro - la presenza di una importante personalità dell’arte non può non essere segno della creatività che l’uomo ha come dono".

Il presidente Livoti sin da subito si è soffermato sul ruolo, il senso e l’importanza di questo premio che vuole essere una panoramica di ciò che la cultura nazionale ha, non soffermandosi solo su aspetti storici o letterari ma, inserendo tutti gli ambiti della creatività che in questo caso hanno un particolare riferimento ed affinità con l’oreficeria ed il suo valore storico e religioso, e per questo si è scelto di fare tale premiazione in un luogo di culto identitario come il Tempio di San Giorgio della Vittoria.

L’incontro, suggestivo ha visto una intervista conversazione con uno degli eredi di Giovanbattista Spadafora padre di Giuseppe e Giancarlo, orafo celebre per l’Arte Sacra. Livoti conducendo l’incontro ha fatto memoria del nonno di Giovan Battista, cresciuto all’ombra di suo nonno Francesco nel vecchio Laboratorio del rione “Funtanella” a San Giovanni in Fiore, continuando una tradizione plurisecolare iniziata nel tardo ‘700.

"Le numerosissime opere di mio padre -ha ribadito Giuseppe Spadafora - hanno adornato il capo di molte Madonne e Bambinelli, tanto da fargli meritare l’appellativo di “Orafo delle Madonne”. Le sue corone sono curate in ogni dettaglio con accorgimenti di ingegneria del gioiello, dai bulloni agli incastri che dimostrano come la manualità deve sempre essere accompagnata dalla tecnica. La nostra ispirazione artistica parte dal territorio: le collezioni di preziosi dedicati al “Liber Figurarum” di Gioacchino da Fiore sono una delle espressioni più importanti della nostra arte orafa".

Nella Bottega di San Giovanni in Fiore, in Calabria, dove tutto è iniziato, riparte ogni giorno il lavoro di questi importanti artigiani che operano in un Laboratorio che da lavoro a circa sedici dipendenti: dai disegnatori su carta a chi si occupa della tessitura in fili d’oro, agli applicatori delle micro perle infilate con filo d’oro, ai manipolatori di oro e argento per estrapolare monili trattati con cura minuziosa e con una costante ricerca di perfezione.

Nella terra dei santi, delle processioni religiose, dove le credenze popolari tracciano confini non ben definiti con la fede, è forte la connessione con una dimensione superiore, spirituale, che vuole attribuire al gioiello un insieme profondo di significati che questi artisti hanno dato all’oreficeria ricorda il presidente Muse Giuseppe Livoti.

Il maestro Giovambattista Spadafora ha lavorato distinguendosi per la sua particolare sensibilità all’arte sacra ed in più di sessant’anni di attività, ha realizzato oltre centocinquanta corone per adornare il capo di Madonne e Bambinelli ed ha ricevuto innumerevoli riconoscimenti di valenza internazionale. L’incontro più emozionante è stato con Papa Wojtyla nel 1984 a Cosenza, quando ha creato una corona d’oro con cui il Papa incoronò la Madonna della Catena. Papa Wojtyla ha definito l’opera della Famiglia Spadafora "lavoro di fede, fatta con il cuore".

Tra gli ultimi pezzi importanti il calice realizzato per il Santuario di Pompei benedetto nei giorni scorsi da Papa Francesco con le immagini scolpite del beato Bartolo Longo o ancora le corone per la statua della Madonna delle Grazie di Nettuno.

La cerimonia, si è conclusa con il rituale che prevede la consegna di un piatto artistico con la seguente motivazione a “G. B. Spadafora storica famiglia di orefici ed artigiani che tra tradizioni ed innovazione hanno proiettato nel panorama internazionale il gioiello con precise segnature calabresi. Le loro produzioni tra suggestioni e simbolismo ancestrale, religioso ed architettonico, esaltano contemporaneamente il senso del sacro nella figura dalla Madonna e la femminilità senza tempo delle donne di Calabria. Gli ori promuovono il dato storico nella lavorazione e nei contenuti dalla rievocazione del misticismo di Gioacchino da Fiore alle raffinate filigrane che riproducono nella figura della “Jennacca” un tradizionale simbolo di prosperità, salute, fortuna e abbondanza".

La firma del premiato su tavoletta in argilla cruda realizzata dall’artista e ceramista Rossella Marra è stato così l’ultimo atto e rituale che da 23 anni vede la consegna del Premio, pinakes contemporanea che una volta sottoposta alla cottura farà parte della galleria delle firme esposte in permanenza presso la sede del sodalizio reggino.

"Il genius contemporaneo - ha concluso la vice presidente Muse Orsola Latella - ancora una volta emerge anche in occasioni come queste, siamo anche noi operatori ed artigiani della ricerca che con la consegna di questo riconoscimento focalizziamo l’attenzione anche al made in Italy che ci ha resi grandi nel mondo".

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