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Cronaca

Processo "European 'ndrangheta connection", pugno duro della Dda

I pubblici ministeri di Reggio Calabria hanno chiesto 38 condanne e 4 assoluzioni, per quasi 500 anni di carcere, contro gli esponenti di un cartello criminale che dalla Locride si era esteso in tutta Europa

La Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha chiesto 38 condanne (e 4 assoluzioni), per quasi 500 anni di carcere, nell'ambito del processo nato dall'operazione “European 'ndrangheta connection - Pollino”. Si tratta di un'operazione giudiziaria internazionale del dicembre 2018 che ha portato all'arresto di 90 persone, in vari Paesi europei e del Sud America, accusate a vario titolo di traffico internazionale di droga, associazione mafiosa, riciclaggio, fittizia intestazione di beni. 

Operazione frutto di squadra investigativa europea

L’operazione è il frutto di anni di intenso lavoro investigativo svolto nell’ambito di una Squadra Investigativa Comune (Joint Investigation Team) costituita nel 2016 presso Eurojust tra Magistratura e Forze di Polizia di Italia, Paesi Bassi e Germania, cui hanno aderito, per l’Italia la Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria con il supporto della Procura Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo, la Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria con il supporto del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro con il supporto del Servizio Centrale d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza ed il quarto Gruppo del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza; per la Germania la Procura di Duisburg e il Bundeskriminalamt (Bka) di Wiesbaden, per i Paesi Bassi la Procura di Zwolle e il Fiod (Corpo olandese di polizia fiscale ed economica) di Eindhoven.

Gli inreressi economici delle cosche

L’inchiesta “European ‘ndrangheta connection” ha dimostrato che la ‘ndrangheta reggina si occupava, prima sul territorio olandese e poi su quello tedesco, di investire ingenti somme di denaro in attività commerciali operanti nel lucroso settore della ristorazione, fungendo, quindi, da collettore per l’investimento di denaro provento di affari criminali per conto di numerosi soggetti, molti dei quali facenti parte di diverse cosche di ‘ndrangheta dell’area ionica della provincia reggina, i quali divenivano, in tal modo, soci occulti di dette attività commerciali. 

La cocaina arrivava a Rotterdam

Dallo scambio informativo con il Fiod olandese è stato, inoltre, possibile ricostruire un episodio criminale, risalente al 2015: il sodalizio, sfruttando una ditta costituita ad hoc ed intestata ad una “testa di legno”, tentava di importare, con la complicità di trafficanti di Guyana e Suriname, un carico di cocaina pari a 95 kg, sottoposto a sequestro al porto di Rotterdam.

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