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Cronaca

"Oggi in me c'è dolore, Ciro Russo era un figlio: un figlio che ha smarrito la strada"

Carlo Rositani, padre di Maria Antonietta, commenta la richiesta a venti anni di carcere avanzata dal pm Paola D'Ambrosio contro l'ex genero che tentò di uccidere la figlia dandole fuoco

“In me non c’è gioia. Oggi nelle mie parole c’è dolore. Dolore perché a parlare è un padre e a commettere il reato è un figlio, perché per me Ciro Russo è come un figlio, un figlio che ha smarrito la strada”.

Così Carlo Rositani, il padre di Maria Antonietta: la donna reggina che l’ex marito cercò di uccidere dandole fuoco lo scorso anno, commenta la richiesta di pena avanzata dal pubblico ministero Paola D’Ambrosio al termine della sua requisitoria tenuta davanti al Gup Valerio Trovato, durante l’udienza di ieri.

“In me - continua Carlo Rositani - c’è un grande dolore perché chi ha commesso questo reato fa parte della mia famiglia. Per me è un figlio che mi ha tradito, ha tradito la sua famiglia, ha tradito i suoi figli, per me non è una gioia sentire che debba rimanere in carcere per venti anni”. 

Carlo Rositani, nel ringraziare il collegio difensivo che sta seguendo il processo a carico di Ciro Russo, non riesce ad avere parole crude nei confronti di chi ha cercato di togliere la vita alla figlia, costringendola ad un lungo calvario ospedaliero.

“In questo momento - prosegue - io mi immedesimo nella sua famiglia, nel dolore dei suoi familiari. Io non gioisco, io piango per quello che dovrà patire in carcere. Avrei voluto che ciò non accadesse mai”.

La Procura della Repubblica ha chiesto venti anni di carcere per Ciro Russo. Il Pubblico ministero Paola D'Ambrosio, al termine della sua requisitoria davanti al Giudice per le udienze preliminari Valerio Trovato ha chiesto il massimo della pena per il reato contestato che è quello di tentato omicidio pluri aggravato.

Rositani avvocato Santaiti-2“Lo spavaldo”, così come lo ha definito l’avvocato Massimiliano Santaiti (nella foto insieme a Maria Antonietta Rositani), nelle sue conclusioni esposte in nome e per conto dei figli e dei fratelli di Maria Antonietta Rositani che si sono costituiti parti civili nel procedimento a carico di Ciro Russo. 

“Se potessimo dare un titolo a questa tragedia - ha detto l’avvocato Santaiti - daremmo proprio quello di “Lo spavaldo”, derivante dalle caratteristiche gesta del suo protagonista. Aggettivo questo usato da Annie Russo fin dal primo momento, fin da quando ha provato a parlarmi di suo padre, aggettivo al quale inizialmente non avevo fatto caso, salvo poi essere usato nuovamente da Annie per descrivere il padre, il suo comportamento, anche durante tutta la prima udienza del processo che ci impegna”.

In aula, accanto al Pubblico ministero Paola D'Ambrosio, era presente anche il Procuratore capo Giovanni Bombardieri che ha sostenuto la tesi accusatoria e chiesto venga applicata la pena massima senza attenuanti. "Siamo abituati a processi di mafia - ha detto Bombardieri - e quello davanti al quale ci troviamo di fronte è l'atto più grave commesso a Reggio Calabria".

Il tredici luglio, dopo l’intervento conclusivo dell’avvocato difensore di Ciro Russo, sarà emessa la sentenza.

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