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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

'Ndrangheta, 50 madri vogliono liberare i figli dalla morsa della criminalità

Il protocollo 'Liberi di scegliere', siglato al Miur da ministri, procure e Cei, per garantire ai minori, già finiti sotto la lente della giustizia, valide e concrete alternative di vita

Una rete di supporto, educativa, psicologica, scolastica, economica, lavorativa, ai minori e ai loro familiari in contesti di criminalità organizzata per garantire concrete alternative di vita. Protezione per tutti coloro che hanno deciso di affrancarsi dalla 'ndrangheta. È questo l'obiettivo di un'intesa tra ministri e uffici giudiziari della città di Reggio Calabria, per accompagnare i ragazzi fino alla completa integrazione in una nuova realtà.

Il protocollo 'Liberi di scegliere', come riporta l'agenzia Ansa, è stato siglato dal ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti, con i colleghi della Giustizia, Alfonso Bonafede, e delle Pari Opportunità, Elena Bonetti, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho, i capi della procura e della procura per i minorenni di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri e Giuseppina Latella, il presidente del tribunale dei minori, Roberto Di Bella, il segretario della Cei, monsignor, Stefano Russo, e don Luigi Ciotti, presidente di Libera. Per tutti l'impegno a garantire ai minori, già finiti sotto la lente della giustizia, valide e concrete alternative di vita. 

Ruolo fondamentale del percorso è dato alle madri, alle donne che decidono di dissociarsi dal contesto 'ndranghetistico. "Sono le mamme che da sole, in modo silenzioso, si avvicinano ai magistrati per trovare per loro e i loro figli un'alternativa", ha detto il procuratore Cafiero de Raho, spiegando che "25 donne si sono già fatte avanti e sono state portate fuori dal contesto 'ndranghetista, mentre altre 25 sono in attesa. L'intervento dei ministri e della Cei consente di guardare al progetto per il futuro come un grimaldello che cerca di scassinare un sistema chiuso. La 'ndrangheta si sgretolerà quando si capirà che al di fuori ci sono prospettive di miglioramento. I criminali ci saranno sempre ma non sarà il sistema criminale di oggi". 

"La lotta alla criminalità è complessa", ha dichiarato il ministro Fioramonti, sottolineando l'importanza "della sfida di ricreare un contesto familiare per ragazzi che si trovano a nascere in contesti affettivi che non fanno il loro bene. Ed è compito dello Stato ricreare le condizioni per permettere a tutti i ragazzi e le ragazze di fiorire". "L'iniziativa - ha ribadito il ministro Bonafede - sancisce la dimensione più bella giustizia, quella più alta. Sbagliamo se pensiamo alla giustizia nel perimetro in un'aula di tribunale. Giustizia è legalità, è formare le giovani generazioni a vivere in maniera onesta e libera".

"Dobbiamo far capire - ha aggiunto - che si possono recidere i legami con la 'ndrangheta. L'ambizione è dare speranza a chi non l'ha mai avuta". "Il fatto che assicuriamo un’alternativa ai minori che vivono in contesti di criminalità organizzata o che siano vittime della violenza mafiosa e che la assicuriamo anche ai familiari che escono dalle logiche criminali - ha sottolineato la ministra Bonetti -, credo ci porti al cuore di ciò che è il senso più alto delle istituzioni che abbiamo l'onore di rappresentare".

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