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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Ricoveri psichiatria, si chiede "il ripristino della civiltà negata"

La nota del Coordinamento unico delle strutture psichiatriche. Dopo aver sbloccato i pagamenti ai lavoratori, resta "la necessità di rimediare ad un atto di inciviltà che sta dominando il territorio dell’Asp 5 della provincia di Reggio"

La prima positiva svolta è già arrivata e successivamente archiviata pochi giorni fa. La sofferente situazione del sistema psichiatrico reggino ha visto riconoscersi da parte delle Istituzioni la volontà di sbloccare i pagamenti delle spettanze ai lavoratori delle strutture e accelerare la procedura di accreditamento. Il tutto però, se pur di grande valenza, non basta a superare le difficoltà. Restano, e necessitano un'attenzione specifica, tutti i paziente bisognosi di cure per i quali si chiede lo sblocco dei ricoveri.

A parlarne è il Coordinamento unico delle strutture psichiatriche, il quale etichetta come importantissimo il risultato ottenuto sui lavoratori, concretizzato grazie" all’abnegazione dei lavoratori e delle forze sindacali (Usb e Coolap) che hanno portato ad un coinvolgimento delle forze sane della città, in particolare  all’autorevolissimo e determinante intervento di sua eccellenza l’Arcivescovo Metropolita dell’Arcidiocesi di Reggio-Bova, Monsignor Fortunato Morrone. 

Si è sicuramente certi che il Commissario Straordinario dell'Asp Gianluigi Scaffidi, si adopererà per pervenire, nel giro di pochi giorni, al pagamento di tutte le prestazioni rese. Così come si è sicuramente certi che, rispetto le procedure di accreditamento, occorrerà la costante e pressante vigilanza di questo coordinamento, che si rende necessaria anche  alla luce di ogni pregressa e clamorosamente disattesa 'promessa' rese anche formalmente dalle istituzioni. 

Non ci si può infatti  dimenticare che, restando solamente nell’arco temporale dell’ultimo lustro, sia l’Asp che la Regione avevano ufficializzato e deliberato che - aggiunge il Coordinamento - il processo di accreditamento si sarebbe dovuto concludere dapprima entro e non oltre  il 31/12/2016, poi entro e non oltre il 31/12/2019. In entrambi i casi i due procedimenti sono rimasti fagocitati in quel 'buco nero' che, alle nostre latitudini, sovente è generato da  un inesorabile campo gravitazionale in cui finiscono quei processi confacenti si al pubblico interesse, ma invisi a chi detiene il potere effettivo della pubblica amministrazione compartecipandolo con inconfessabili  appetiti. Il tutto a carico, oltre che degli utenti e dei loro familiari, delle cooperative che hanno dovuto affrontare, inutilmente, ingenti investimenti. Ed ancor più sulle spalle dei lavoratori, costretti a 'dequalificarsi' a proprie spese con specializzazioni di caratura inferiore, passando da “educatori professionali” ad “operatore socio sanitario” per via di una normativa regionale che ha fatto un tuffo nel passato tornando all’epoca pre-Basaglia. 

Ben consapevole del quadro che ha sino ad oggi dominato lo scenario, vigileremo - ribadisce la nota - con la dovuta attenzione affinché stavolta il processo venga condotto realmente e non solo nei proclami da parte di Asp e Regione nell’interesse della collettività, dei pazienti e dei loro familiari. Occorre rispondere ai fabbisogni concreti, stabilendo parametri adeguati  rispetto ai servizi da prestare ed agli standard, anche di operatori,  da adottare, ispirandosi alle regioni virtuose e non ad ignobili interessi che troppe volte hanno preso il sopravvento. In questa circostanza si ritiene che l’unione fra i soggetti rappresentati in questo coordinamento possa portare una ventata di fattivo rinnovamento, coinvolgendo le forze sociali e politiche che hanno a cuore l’interesse della collettività, così come è avvenuto nel periodo in cui la sede dell’Asp è stata pacificamente occupata. 

Resta la necessità di rimediare, nell’immediato, ad un atto di inciviltà che, come sottolineato da più parti, anche dalle forze politiche di maggioranza e di opposizione, ha dominato e - spiega ancora il Coordinamento - sta dominando il territorio dell’Asp 5 della Provincia di Reggio Calabria per una ingiustificabile ed incredibile incapacità amministrativa. Qui, ancor peggio che nello scenario richiamato nella rappresentazione 'La Repubblica delle banane' è stato deciso di bloccare i ricoveri nelle strutture psichiatriche sin dal 2015! Il motivo, paradossale, risiede nella circostanza che le strutture esistenti, ancora pubbliche in quanto cogestite dall'Asp,  non sono ancora transitate verso il nuovo regime di strutture private accreditate in capo alle cooperative che gestiscono il servizio di riabilitazione. Un singolare teatrino dell’assurdo, anche  ove si pensi che così facendo l’Asp corrisponde gli stipendi ai propri dipendenti impegnati nelle strutture, al contempo obbliga i propri pazienti a trasferirsi in altro territorio, con evidente  raddoppio dei costi per l’Asp 5 medesima. Quali sono gli interessi che muovono questo assurdo teatrino, ove da un lato si impedisce l’accreditamento alle cooperative, mentre dall’altro si vieta  il ricovero in strutture ancora pubbliche, considerando anche che non esiste certo motivo logico e giuridico alcuno per impedirlo?"

Il Coordinamento ritiene che il "commissario dell'Asp 5 ed il Commissario alla Sanità della Regione Calabria possano dare una sola ed immediata risposta a questo quesito, provvedendo a sbloccare  immediatamente i ricoveri nelle strutture. Si resta pertanto in attesa  - termina la nota - di questo provvedimento, in mancanza del quale si sarà costretti, nostro malgrado, a riprendere lo stato di agitazione."

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