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La decisione

Dai domiciliari al carcere per atti persecutori contro l'ex compagna

I giudici del tribunale di Reggio Calabria hanno imposto la misura più rigida nei confronti di un 40enne che era stato arrestato dalla Dda reggina per traffico di stupefacenti

Ai domiciliari per traffico di stupefacenti ritorna in galera per atti persecutori nei confronti della ex compagna. Il provvedimento, emesso dal tribunale di Reggio Calabria, è stato notificato dagli del pool specializzato nella violenza di genere e minori del commissariato di polizia di Tivoli-Guidonia a D.D. di 40 anni.

Sebbene fosse sottoposto agli arresti domiciliari per traffico di stupefacenti, nell’ambito di un procedimento penale della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, l’uomo si sarebbe reso responsabile di atti persecutori, denunciati nelle scorse settimane dalla sua ex compagna agli investigatori del commissariato tiburtino.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della polizia capitolina l’uomo, avrebbe violato più volte le prescrizioni impostegli dai giudici reggini, avrebbe perseguitato la donna in modo ossessivo e intrusivo, tempestandola di chiamate (anche in video) e di messaggi “coloriti” da violenza verbale e volgarità di ogni genere.

Inoltre, approfittando dei permessi per visite mediche, l’uomo si sarebbe recato ripetutamente a Guidonia Montecelio, presso l’abitazione della donna, per indirizzarle gravissime minacce di morte.

Tali episodi, spiegano gli investigatori romani, hanno quindi indotto i giudici calabresi a disporre nei suoi confronti la misura più afflittiva del carcere, ritenuta necessaria - nel rispetto dei diritti degli indagati da ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento - indagini preliminari - fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile - per recidere le ripetute violazioni alla misura degli arresti domiciliari, oramai divenute funzionali per l’azione persecutoria.

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