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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il caso / Taurianova

Randagismo, Colonna: "Nella provincia di Reggio grave abusivismo a scopo di lucro"

L'attivista di Stop Animal Crimes annuncia nuove denunce e chiama alle responsabilità sindaci e Asp del territorio

L'animalista Antonio Colonna presenterà un nuovo esposto per segnalare alle forze dell'ordine l'attività di un rifugio abusivo di Taurianova, già oggetto di sequestro preventivo ma che ha riaperto i battenti per la mancata convalida del provvedimento da parte dell'autorità giudiziaria dopo la scadenza dei termini. L'attivista, presidente dell'associazione nazionale Stop Animal Crimes, si era occupato del caso di Taurianova dopo segnalazioni giunte dal territorio, come per tanti altri interventi in tutta Italia, dove la sua instancabile militanza animalista nel tempo ha raggiunto anche ribalta mediatica. Ex collaboratore della parlamentare Michela Brambilla, nota per l'impegno a favore degli animali, a seguito di un raid di Colonna nel 2011 partì l’inchiesta sullo scandalo di Green Hill, l’allevamento bresciano di beagle destinati alla vivisezione.

Continua lo scontro tra Antonio Colonna e i proprietari del rifugio abusivo

Avevamo parlato di Tony e Laura, proprietari del rifugio di Taurianova e impegnati nel recupero e soccorso dei randagi dalla strada, accogliendo il loro appello ad essere messi in regola e la rabbia contro una denuncia che i due animalisti considerano ingiusta, poiché nel territorio comunale altri gruppi gestiscono rifugi non a norma senza mai essere stati segnalati. Colonna però adesso replica, spiegando i motivi della sua battaglia legale contro Tony e Laura, i quali sulla loro pagina Facebook hanno dato notizia della scadenza del provvedimento preventivo con un gesto plateale, stracciando l'atto di sequestro. Un'esultanza che ha indignato l'attivista piemontese, ritenendola un "grave sfregio alla legalità" e da parte di persone che Colonna dice essere tutt'ora sotto inchiesta per vari illeciti denunciati dall'associazione, e legati non solo al rifugio. "Parliamo di una struttura - spiega - che senza le prescritte autorizzazioni da anni esercita l’attività di canile privato dove collocare randagi e finanziare il tutto con donazioni private. Ci sono infatti altre ipotesi di reato, che continuano ad essere al vaglio della procura".

Precisiamo che al momento la denuncia dei presunti illeciti, eccetto quello della realizzazione abusiva di alcune parti della struttura, non hanno dato luogo a imputazioni contro i due animalisti di Taurianova, salvo ulteriori provvedimenti giudiziari che potranno scaturire dalle indagini.

Antonio Colonna

Facciamo notare ad Antonio Colonna che a Taurianova e in molti altri comuni reggini questo tipo di volontariato fuorilegge è molto diffuso. Anzi, proprio in quel territorio, la stessa associazione Stop Animal Crimes lo scorso dicembre aveva sostenuto la causa dei gestori di un altro rifugio abusivo (lo sono tutti, per la mancata previsione di questi tipi di strutture nel piano regolatore del Comune). In quel caso però l'attivista, dopo aver visitato il rifugio, lo definì "strutturalmente pronto per essere trasformato in qualcosa di utile nel contrastare seriamente il randagismo, ad esempio realizzare un canile sanitario, in una provincia dove non esiste un canile sanitario ma decine di strutture abusive".

L'attivista lo conferma: "La nostra missione è quella di convertire i rifugi abusivi in strutture autorizzate da mettere al servizio dei Comuni e delle Asl nella lotta al randagismo. I volontari di quel rifugio mi hanno contattato per chiedere aiuto e io l'ho fatto, a titolo gratuito, per regolarizzare quella struttura e dare vita ad un progetto a vantaggio del contrasto alla proliferazione dei randagi e quindi alla sofferenza di migliaia di vite innocenti. Invece nel caso del rifugio sequestrato - continua Colonna - non è stato così. Io sarei subito pronto ad incontrare queste persone, ma credo che da parte loro non ci sia nessuna intenzione di mettersi in regola, e me lo ha confermato anche il sindaco di Taurianova: nessuna richiesta di messa a norma è giunta mai dai titolari della struttura abusiva, affermando che vi sono altre strutture abusive a cui far fronte. Al sindaco era stata chiesta emissione di un'ordinanza di sgombero, ad oggi senza esito". 

Il sistema illecito che ruota attorno agli abusivi con attività sugli animali a fini di lucro

Già contattato da ReggioToday, il sindaco Roy Biasi ci aveva detto che dalla conferenza dei sindaci delle Asp è emerso l'impegno di mettere al più presto a bando un servizio di accalappiamento dei cani vaganti, con l'istituzione di una unità di cattura e il canile sanitario. Ma Colonna non è ottimista: "Non serve creare nuovi canili se non si smantella l'illegalità del sistema: gli abusivi che vogliono lucrare, nei canili continueranno a non andarci. L'abusivismo pullula legittimato dai sindaci poiché, privi di convenzioni o convenzionati con canili colmi e assente l’accalappio delle Asp veterinarie, si tolgono il problema e tutte le spese al seguito. Nella provincia di Reggio Calabria l’80 % dei Comuni si trova in questo stato". 

Una situazione che secondo l'attivista è la cartina al tornasole di quella generale della Calabria e di gran parte del Sud: "Qui le leggi in tema di randagismo vengono da anni ignorate. Il sistema, in totale elusione delle leggi, è quello secondo cui l’animalismo agisce prelevando direttamente cani randagi dal territorio, intestandoli a privati, collocandoli in strutture abusive sparse a centinaia in tutta la regione e spedendoli in altre strutture abusive, chiamati stalli, al centro nord mediante staffette; un sistema che mescola l’onesto al disonesto con difficoltà di poter distinguerli. Un sistema che trova consenso, utilizzando i social per suggestionare i donatori che la maggior parte delle volte ignorano le leggi e questo meccanismo". 

Non tutte le raccolte fondi sono però fraudolente e la stessa associazione di Colonna chiede supporto tramite donazioni. Continua il presidente di Stop Animal Crimes: "Molti adottano questo sistema onestamente, pur violando le leggi ma non lucrando, altri invece muovono milioni di euro in postepay personali distribuendo guadagni indebiti tra i vari attori di questo sistema 'fai da te' ossia chi raccoglie il cane, chi lo trasporta e lo stallante; noi non siamo contro chi cura i randagi ma questo sistema non garantisce più il significato di volontariato e non consente di escludere forme di lucro personali, laddove c’è il guadagno viene meno l’interesse a contrastare il randagismo. Anzi - aggiunge - questo tipo di sfruttamento è un reato persino più grave dei maltrattamenti animali, tra l'altro laddove si riesca a provarli, cosa che accade raramente". 

L'animalista è molto attivo in Calabria e in particolare nella provincia di Reggio: tra i suoi interventi c'è stata la segnalazione di uno stallo abusivo a Cittanova, gestito da guardie zoofile che avevano ottenuto la struttura dal Comune per usi diversi, che poi è rientrato nella maxi operazione italiana dei Carabinieri del Nas che ha portato al sequestro di 26 strutture e di 871 animali, sanzionando 29 persone per violazioni penali.

Sulla vicenda di Taurianova dice ancora Colonna: "Non facciamo nessun favoritismo, siamo pronti ad aiutare le strutture che ci contattano per mettersi a norma attraverso convenzioni con i comuni per rendere un vero servizio alla collettività. Perché i gestori di quel rifugio non sono andati nel canile più vicino, a Oppido, per le adozioni? Nessuno va nei canili perché lì non c'è modo di prendere soldi, e con le staffette il nord si riempie di cani che non vanno in adozione e sono tenuti negli stalli, ecco, per questi pseudo animalisti quelli sono cani di serie B". 

Tra liti, denunce e querele, il randagismo continua ad attanagliare la provincia reggina 

Stop Animal Crimes Italia continuerà a denunciare "sia i sindaci indifferenti a risolvere il problema ma anche associazioni e volontari che operano abusivamente, nell’attesa dell’entrata in vigore della nuova legge Regione Calabria sul randagismo, che prevede una importante stretta al sistema illegale". Collezionista di querele sporte e subìte ("finanzio la mia attività da solo - dice - e i rischi li corro personalmente, ma per me il vero animalismo è questo"), Antonio Colonna nella provincia reggina si è creato qualche inimicizia, in particolare a Palmi e Gioia Tauro, dove alcune denunce sono andate a segno ottenendo lo sgombero dei rifugi non a norma. A Taurianova la voce di popolo ha molta più simpatia per Tony e Laura, che hanno pure anche una nutrita schiera di affettuosi follower sulla pagina Facebook Quelli di nessuno (la stessa che Colonna aveva in passato segnalato per una dicitura a suo dire ingannevole, che adesso però è stata rimossa). E qualche settimana fa la delegazione palmese di Stop Animal Crimes si è sciolta, e l'ex presidente Maria Saccà motiva così la decisione: "La pochezza manifestata nelle azioni dalla sede nazionale sul territorio calabro, tramite il suo presidente, non rappresentano in alcun modo il nostro modo di vedere e affrontare la drammatica problematica del randagismo è di tutte le altre situazioni ad esso legate e dipendenti".

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