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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

L’Asp di Reggio Calabria interrompe i servizi, grido di allarme del Terzo settore

Enti in stato di agitazione: "Il diritto alla salute e il benessere dei pazienti devono essere garantiti dall'azienda sanitaria provinciale"

E' allarme in città nel Terzo settore, l'Asp di Reggio Calabria interrompe i servizi e gli enti che operano nel delicato settore proclamano lo stato di agitazione.

Cresce l'apprensione tra i presidenti dei consorzi che prestano le loro attività nel comune e in provincia. Rossana Panarello di Domicare, Gianni Pensabene di Macramè, Angela Caridi di Sadmat e Vittoria Careri di Vitasi lanciano un accorato appello all'opinione pubblica per una situazione dai risvolti allarmanti.

"Con preoccupazione - scrivono i responsabili dei consorzi - dobbiamo riscontrare che la drammatica condizione in cui versa l’Asp di Reggio Calabria si è ulteriormente aggravata dal totale vuoto di indirizzo nei confronti del comparto cure domiciliari sanitarie.

La situazione ha conseguenze sui tanti cittadini "che versano in una situazione di estremo bisogno abbandonati di
fatto al loro destino.Tanti sono i casi che potremmo citare: due ragazzi della vicina Bagnara, colpiti da una rara malattia degenerativa, che hanno bisogno di continua assistenza; il caso di una bambina, che tornerà a Reggio dopo un delicato intervento in un ospedale del nord, che necessita di quelle cure senza le quali sarebbe a rischio la sua stessa vita".

"Vogliamo ricordare - incalzano i presidenti - che l’assistenza domiciliare sanitaria Adi rientra nei Lea - ovvero Livelli essenziali di Assistenza - e come servizi essenziali dovrebbero essere garantite sempre. Nei primi mesi di quest’anno l’Asp, sulla base della spesa storica degli ultimi anni, aveva impegnato la somma necessaria per lo svolgimento del servizio e, con una lettera del dottore Mesiti nella qualità di commissario facente funzioni, aveva autorizzato gli enti a proseguire il servizio".

I fatti

"Il continuo cambio dei commissari ha creato però una situazione di vuoto amministrativo che ha messo in seria difficoltà gli enti che a fronte del servizio erogato, con infermieri, fisioterapisti e operatori professionali, non si sono visti riconosciute le spettanze per le prestazioni erogate. Da Gennaio ad oggi non è stato pagato nulla del servizio svolto".

"Rispetto alla situazione di incertezza che si stava determinando gli enti hanno tentato di interloquire con tutti i vertici aziendali che si sono succeduti, Scura, Mesiti e adesso i commissari straordinari - attraverso lettere, appelli e continue richieste di incontro. A tali richieste non è mai stato dato alcun riscontro. Ciò considerato, gli enti hanno chiesto al sindaco di Reggio Calabria, massima autorità responsabile della salute pubblica, di farsi carico di tale situazione nel corso di un incontro avvenuto il 10 di Aprile, cui ha fatto seguito una missiva dello stesso sindaco metropolitano rivolta ai commissari straordinari. Constatiamo con amarezza che ad oggi i commissari non hanno inteso rispondere neanche al sindaco metropolitano".

"In assenza di qualsivoglia risposta - continuano i responsabili - in ordine alle numerose corrispondenze inviate ed alla carenza di qualsiasi cenno nel concordare un incontro urgente sulle cure domiciliari, l’ASP ci ha costretti, nostro
malgrado (poiché non è stata completata la procedura), a interrompere il servizio con decorrenza 9 maggio, anche verso i casi più gravi che solo per sensibilità e diligenza fino ad oggi avevamo proseguito".

Rossana Panarello, Gianni Pensabene, Angela Caridi e Vittoria Careri ribadiscono: "il rammarico per questa forzata scelta poiché tanti utenti, tra anziani non autosufficienti, malati oncologici, giovani colpiti da malattie degenerative, non potranno più ricevere l’assistenza vedendosi negato nei fatti un sacrosanto diritto. Di fatto l’Asp si sta rifiutando di assistere gli utenti, oltre 3.000 in tutto il territorio provinciale, la cui stragrande maggioranza assistiti da enti del Terzo Settore".

"Il diritto alla salute e il benessere dei pazienti - conclude la nota - devono essere garantiti dall'Asp, non dal lavoro pressoché volontario degli Enti privati del Terzo Settore che hanno sempre operato con grande responsabilità umana e professionale".

Gli enti proclamano, quindi lo stato di agitazione che "sfocerà in forme di protesta pubblica con operatori e familiari di utenti dinnanzi alla sede dell’Asp, e con il massimo coinvolgimento di tutta la cittadinanza, gli organi di stampa e l’opinione pubblica sulla gravissima situazione delineata".

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