Palazzo di Giustizia, i lavori ripartono nel 2024: due anni e mezzo per finirlo
Stipulato il rogito notarile per la cessione del diritto di superficie. Questa mattina in Corte d'appello la presentazione del progetto alla presenza del viceministro Sisto
Dopo anni di stop e di ritardi ecco che per il Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria si apre una nuova stagione. Un traguardo verso il completamento di un'opera importante e necessaria che è stata pensata negli anni Novanta e che dopo trent'anni sarà finita. Per questo oggi a Reggio Calabria è arrivato il viceministro Francesco Paolo Sisto e i dirigenti dell'Unità Tecnica Amministrativa della presidenza del Consiglio dei ministri per la stipula del rogito notarile per la cessione del diritto di superficie e per presentare il progetto di completamento curato dall’Uta.
È una tappa fondamentale e anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha voluto sottolineare l'importanza. “Per Reggio Calabria è una giornata importante: ho fortemente voluto la firma di oggi, con cui il Comune cede all’Agenzia del Demanio il diritto di superficie sui terreni su cui insiste il Palazzo di Giustizia.
Rappresenta un traguardo, rispetto agli impegni assunti nei mesi scorsi durante l’incontro con una delegazione locale; ma questa firma costituisce anche un nuovo punto di partenza per poter finalmente completare, dopo troppi anni, i lavori del nuovo Palazzo di Giustizia e restituire a Reggio Calabria un fondamentale presidio di legalità”.
Così ecco che a Piazza Castello in Corte d'Appello si appone la firma per la cessione del diritto di superficie per 99 anni. Poi nell'aula Verde, gremita, si illustra il progetto di completamento. È il viceministro Sisto ad affermare con forza: "Oggi guadagniamo il tempo perduto. Non è un impegno astratto, siamo di fronte alla realtà, una scelta definitiva e intrattabile. Un risultato che siamo riusciti a ottenere grazie al grande lavoro di squadra e a vincere sono le istituzioni. Abbiamo messo una grandissima attenzione verso quest'opera perché sappiamo che la giustizia migliore passa anche attraverso un ambiente giudiziario migliore".
Al tavolo con il viceministro Sisto, ci sono la presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria Olga Tarzia, il procuratore generale presso la Corte d’Appello Gerardo Dominijanni, il direttore generale presso il ministero della Giustizia, Massimo Orlando e il dirigente dell'Uta Pasquale Loria.
Parlano a un'aula attenta alla presenza, tra gli altri, del il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, del sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, della vicepresidente della Regione Giusi Princi, dell'arcivescovo Fortunato Morrone oltre che del procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, del deputato Francesco Cannizzaro e del presidente dell’Ordine degli avvocati Rosario Infantino.
Ricordano la lunga storia del nuovo palazzo di Giustizia e il procuratore Dominijanni anche il grido d'allarme che aveva lanciato la presidente Arena per il mancato completamento dell’opera, che era diventato - aveva detto - "un simbolo del fallimento dello Stato in una terra di mafia". Adesso il viceministro Sisto ribadisce che "questo non può essere e che lo Stato ha dimostrato che c'è ed è vicino ai cittadini".
"È importante quando varie articolazioni dello Stato interagiscono - ha sottolineato ancora Dominijanni - per raggiungere un obiettivo comune. Qui, da Reggio Calabria, stiamo dimostrando all'Italia che è possibile fare le cose e abbiamo invertito la marcia anche attraverso i progetti pilota per gli uffici della giustizia che tra poco saranno aggiudicati".
Ricorda date e cifre il direttore Orlando: la posa della prima pietra nel 2004, l'appalto alla ditta Bentini, il fallimento della ditta e poi il fermo nel 2012. Un progetto arrivato nel 1998 dopo un concorso di progettazione - ricorda la presidente Tarzia - che fu vinto da Manfredo Nicoletti e da altri progettisti che presentarono un'opera moderna, efficiente e bella. Adesso dobbiamo al grande sforzo del ministero l'avvio del completamento dell'opera abbiamo la certezza che sarà presto fruibile da tutti noi".
I lavori necessari
Un'opera che è in questi anni ha però subito i segni del tempo e atti vandalici e che ancora deve essere completata. Lo dice chiaramente l'ingegnere Giovan Battista Pasquariello dell’Unità tecnica amministrativa consiglio dei ministri che presenta il progetto finale. "I lavori, presumibilmente - dice - si avvieranno entro il 2024 e avranno la durata di due anni e mezzo. Per completare il nuovo tribunale serviranno oltre 61 milioni di euro. Dovrà essere indetta la gara d'appalto integrato secondo il nuovo codice degli appalti che richiederà sei mesi di tempo.
Per questo nel frattempo si farà un appalto intermedio, di duecento mila euro, per eliminare tutti i rifiuti che ci sono dentro il cantiere, e stiamo parlando di rifiuti per almeno centomila euro, e si realizzerà anche una copertura per il corpo F per evitare che in questi mesi e con l'arrivo delle piogge i danni continuino. Inoltre questo consentirà anche di avere una sorveglianza del cantiere, importante visto che in questi anni sono stati rubati molti materiali, come il rame e vandalizzate molte strutture.
Allo stato attuale, l'opere sarebbe a uno stato di avanzamento pari a circa il 55% dell'eseguito, quindi, ma in seguito all'esame dello stato dei luoghi e dell'abbandono e di mancata custodia per circa dodici, tredici anni, è stato soggetto a degrado e innumerevoli atti vandalici che si sono concretizzati con la ruberie di gran parte delle apparecchiature elettriche e delle relative reti di distribuzione e di quelle termomeccaniche, oltre al degrado dovuto all'esposizione degli agenti atmosferici.
Manca ancora da fare l'impianto bioclimatico e per questo la ditta che si aggiudicherà l'appalto avrà non uno progetto definito ma uno studio di fattibilità tecnico economico.
Dunque entro il 2027 la città avrà il suo nuovo tribunale e il sindaco Falcomatà parla di "un diritto negato per tanto tempo all’intera comunità regina che io come sindaco, noi come istituzioni avevamo il dovere di affrontare e risolvere. Ricordo bene nel 2021 l’incontro che abbiamo avuto con il presidente Gerardis e al direttore Orlando. Oggi siamo pienamente consapevoli che questa probabilmente è l’opera più significativa per l’intero comprensorio metropolitano e forse per la Calabria".