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Venerdì, 19 Aprile 2024
L'evento / Centro / Corso Giuseppe Garibaldi

La sfilata del Reggio Pride colora la città con giovani e famiglie

Circa duemila partecipanti al corteo arcobaleno della comunità Lgbt che ha attraversato il centro cittadino

Una folla colorata di quasi duemila persone, voglia di stare insieme in libertà e di essere sé stessi. Sfidando le temperature torride, il Reggio Calabria Pride è un raduno gioioso e variegato, dove la comunità lgbtqi+ fa sentire la sua voce insieme a quella di chi non vi appartiene ma è parte della società e ne sostiene i diritti civili.

Tutti diversi e tutti uguali: al tempietto, dove è partita la sfilata che ha attraversato il corso Garibaldi e si è conclusa al Waterfront, ci sono mantelli e bandiere arcobaleno, calze a rete e tacchi a spillo ma anche bambini nei passeggini con ghirlande variopinte al collo, genitori anziani accanto ai figli, coppie che si baciano ricordando lo slogan più famoso, “Love is Love”.

Pochi eccessi, e quelli che ci sono appaiono come consapevoli individualità: un manifestante in carrozzina ha la parrucca platinata e le labbra dipinte di rosso fuoco, il suo corpo è semplicemente uno degli altri, ognuno con la sua vita, le sue ferite e le sue rinascite.

Reggio Calabria Pride, la sfilata arcobaleno per le vie della città: le foto

Non è una festa del coming out, anche se, chi lo sa, forse qualcuno si è rivelato proprio stasera – poco importa chiederlo o sapere chi ama chi. Ad unire il popolo dei Pride è un solo messaggio: vogliamo essere quello che sentiamo, e se la visione oggi è un pò sopra le righe va bene così. Ma anche in giorni in cui si celebrano unioni civili (e qualcuna vip a fare da cassa di risonanza mediatica) non è un dato acquisito, c’è ancora necessità di dirlo e storie come quella dell’insegnante transgender Cloe, suicida vittima di bullismo, sono un monito a non smettere di manifestare l’orgoglio dell’identità. Ovviamente provocando fuori dalle righe, come nel marchio del Pride.

In rappresentanza delle istituzioni sfilano i sindaci facenti funzioni di Comune e città metropolitana Brunetti e Versace, insieme al delegato metropolitano Filippo Quartuccio e le assessore Irene Calabrò e Angela Martino. Grandi trascinatrici del corteo reggino sono le drag queen Portinaie, capeggiate dalla mitica Doretta, personaggio amatissimo sullo Stretto e testimonial dell’evento, a bordo dei due carri apripista.

Dietro di loro, ragazzi con short in lattice, lustrini e collarini fetish, cartelloni disegnati a mano con grafia adolescenziale perché per fortuna i giovani non si nascondono più (una ragazza con i codini biondissimi spiega che “non sono confusa o indecisa, sono pansessuale”). Sono trascorsi tre anni dagli ultimi Pride e la novità è una famiglia allargata dove ci sono gay e lesbiche, trans e bisex ma anche asessuali e non-binary. Il gender è in continua evoluzione ma quello che conta non sono le didascalie ma i rapporti umani. Anche perché, come si legge su un cartellone che reinterpreta la teoria psicologica secondo cui siamo tutti bisessuali, “etero fino a quando chiama la carne”.

Reggio Calabria Pride, in corteo per dire basta a tutte le discriminazioni: il video

Conclusa la manifestazione, ci si ristora dall’afa con un gelato (Cesare ha dedicato al Pride un gusto limited edition dal titolo malizioso, “cara banana”). Tra gli ospiti dell’evento Alessia Crocini, presidente delle Famiglie Arcobaleno, composte da genitori dello stesso sesso, che dice: "Il Sud non è indietro, ormai le cose stanno cambiando in tutti i territori. Non vedo chiusura, siamo un paese che ama i bambini e le bambine e non ci si cura di come è composta la loro famiglia. C’è curiosità e accoglienza assoluta attorno a noi, lo noto anche nelle scuole con mio figlio. La contrapposizione fra famiglie tradizionali e lgbt è una strumentalizzazione politica".

Luciano Lopopolo, presidente nazionale Arcigay, ricordando l’urgenza di una legge contro i crimini di discriminazione e odio e della messa in pari con gli altri stati europei su matrimoni e adozioni omosessuali, sottolinea che "Reggio si è mostrata sensibile e includente. Anche l’anagrafica della partecipazione è significativa, questi ragazzi aderiscono a questa grande festa di democrazia e libertà perché in futuro non ci siano più le attuali differenze tra cittadini di serie A e B".

Anche per la senatrice Alessandra Maiorino (M5s), autrice di un disegno di legge per il contrasto all’omotransfobia, che è al suo primo Pride reggino, la città dello Stretto è stata una bella sorpresa e aggiunge: "Quest’anno sono stati organizzati 40 Pride in tutta Italia con grande risposta dei giovani, è per loro che bisogna continuare a combattere, per non rischiare di fare passi indietro".

Archiviato il brutto episodio dei manifesti strappati, sul corso il corteo è salutato da applausi e sorrisi. Per Michela Calabrò, presidente del circolo Arcigay cittadino, è il pride più partecipato mai tenuto in Calabria.

Reggio Calabria Pride 13Inatteso convitato di pietra l’ex premier Mario Draghi, che campeggia dall’opera di street art “Gelateria Draghi” realizzata da Bruno Salvatore Latella, in arte LBS, su una parete dell’area tempietto. Il suo profilo di colore itterico e percorso da una vampiresca riga di sangue è contrapposto a quello di una ragazza con cappellino da rapper che lecca un gelato tricolore. Sullo sfondo scorre un mantra grafico, “no money for you”. 

"Abbiamo lavorato tutta la notte – spiega l’artista – perché volevo inaugurare l’opera proprio oggi, in un giorno di rivendicazione di diritti, che mancano alla comunità gay ma anche ai giovani, completamente sfiduciati. Eppure nessuno ancora scende seriamente in piazza per protestare contro una gravissima crisi economica, sociale e con la guerra anche geopolitica. Non è in realtà un’opera contro Draghi, una figura autorevole che oggi è stata costretta a lasciare la barca, in balia di coloro che continuano a mangiare e consumare il gelato Italia".

Rocambolesca la realizzazione del manifesto, stampato e incollato alle prime luci dell’alba e diventato oggi sfondo di selfie arcobaleno, tra cui quello di una queen vera, l’Elisabetta britannica en travesti che accanto al Draghi pop fa un effetto satirico perfetto.   

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