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Martedì, 19 Marzo 2024
Turismo

Reggio "perde" il suo porto, chiuso al pubblico

Il parere di Fabio Colella consigliere della Federazione Italiana Vela che da tempo si batte per una valorizzazione turistica

Complice la rimozione dei silos per il cemento e l'allestimento del cantiere, ecco che il porto viene chiuso e gli ingressi, per motivi di sicurezza, ha fatto sapere l'Autorità di sistema portuale dello Stretto, verranno consentiti soltanto agli addetti ai lavori ed agli operatori portuali e ci sarà la vigilanza sugli ingressi.

Spuntano blocchi di cemento e filo spinato e quello che dovrebbe essere un divieto temporaneo sembra possa diventare un off limits perpetuo. Il porto reggino è classificato come commerciale, ma da sempre il suo legame con la città che punta ad essere riconosciuta come turistica, è "ancestrale". La sua darsena e la sua collocazione all'interno della città doveva far diventare questo porto un'occasione di rilancio per il turismo ma, di fatto, negli anni nulla è cambiato.

Colella Fabio Fiv-2"Chiudere il porto è assoltamente sbagliato", afferma senza mezzi termini Fabio Colella, consigliere della Federazione Italiana Vela. "E' la porta della città per eccellenza, - spiega Colella - e sarebbe utile consentire a chi transita in questo mare di fare sosta e visitare Reggio. Qui è come un imbuto, chi deve andare in Grecia, per esempio, deve passare da Reggio e può fermarsi per fare rifornimento e vivere la città. Basti pensare che il porto è proprio dentro la città. Poteva essere messo a sistema e generare benefici economici e culturali. Il rione di Santa Caterina, ad esempio, che è proprio vicino poteva diventare punto di riferimento per i turisti con i suoi servizi e negozi. Tutto questo manca, manca soprattutto la visione d'insieme e si pensa solo a farlo restare porto commerciale, anzi incrementando questa sua funzione. Abbiamo già un porto commerciale che è quello di Gioia Tauro perchè non lasciare questo reggino al turismo e alle attività sportive!".

"Abbattere i silos, - continua Colella - certamente è una cosa utile e necessaria, ma quale futuro si vuole dare a questo porto? La Calabria ha solo il 5,6% dei posti barca disponibili su scala nazionale e la città di Catanzaro, che non si può definire città di mare, ha presentato il progetto definitivo per utilizzare 20 milioni di euro per il completamento del porto turistico”.

I lavori sono iniziati e dalla darsena alla banchina Margottini c'è il filo spinato. L'obiettivo, adesso come ha evidenziato Mario Mega, presidente dell’AdSP, è quello di liberare la banchina di levante: "da restituire all’operatività portuale e che potrà entrare nel progetto di riqualificazione complessiva, che riguarderà anche l’area dove insiste il fabbricato già destinato a sede del ristorante “Onda Marina” che da qualche settimana è tornato nella piena disponibilità dell’AdSP, che stiamo per affidare".

Per il porto reggino ci sono anche 15 milioni per la riqualificazione, un ingente somma che arriva a dicembre del 2020 grazie all' Emendamento Cannizzaro.

Il deputato reggino, come ha evideniziato lui stesso, dai banchi dell'opposizione, è riuscito a far passare l'emendamento che mira a rendere più agevoli i collegamenti nell’area dello Stretto. "L’obiettivo è migliorare la qualità dei servizi erogati nell’ambito della continuità territoriale di cui si fa carico lo Stato, anche incrementando i livelli di sicurezza dei passeggeri mediante la realizzazione di percorsi pedonali protetti. Con questo fine, viene autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2021-23 per interventi di ampliamento, ammodernamento e riqualificazione del porto di Reggio Calabria".

C'è da capire, dunque, se a questo punto Reggio Calabria diventerà la rotta utilizzata per la Sicilia visto che la rada di San Francesco, a Messina, utilizzata dagli approdi privati verrà dismessa per lasciare solo quella di Tremestieri con il suo nuovo waterfront in fase di progettazione. Messina, dunque, punta a ritrovare il suo rapporto con il mare e Reggio sembra voglia perderlo, per sempre!

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