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Le rotte dei trafficanti / Gioia Tauro

I porti di Calabria, Toscana e Liguria hub del narcotraffico della 'ndrangheta

Per la Dia quelli di Gioia Tauro, Genova, La Spezia, Vado Ligure e Livorno sono gli scali preferiti per importare ingenti partite di sostante stupefacenti

Gioia Tauro, Genova, La Spezia, Vado Ligure e Livorno, sono questi i porti di riferimento della ‘ndrangheta per portare in Italia e, poi, immettere nel mercato illegale ingenti carichi di sostanze stupefacenti.

Cocaina e hashish a tonnellate per ricavi a nove zeri che fanno delle cosche calabresi il vero punto di riferimento dei narcotrafficanti di mezzo mondo.

“I sodalizi calabresi - scrivono gli investigatori della Dia nella relazione relativa al secondo semestre del 2021 - si pongono quali interlocutori privilegiati con le più qualificate organizzazioni sudamericane garantendo una sempre più solida affidabilità”.

In questo quadro l’hub portuale di Gioia Tauro appare il perno sul quale ruotano gli interessi delle cosche calabresi, in particolare di quelle reggine.

“Appare anche sempre maggiormente inserita nel narcotraffico dove può contare su un radicamento storico nel porto di Gioia Tauro - si legge ancora nella relazione - quale piattaforma logistica per i carichi di cocaina provenienti dal sud America”.

Il capitale accumulato con le importazioni di sostante stupefacenti, infine, viene reinvestito dalla ‘ndrangheta per allargare i propri interessi e accrescere la ricchezza dei clan anche lontano dalla Calabria.

“Anche al di fuori dei territori di origine - si legge infine - la ‘ndrangheta esprimerebbe la sua rilevante capacità imprenditoriale grazie peraltro al narcotraffico che ne determina l’accrescimento delle ingenti risorse economiche a disposizione”.

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