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Sabato, 20 Aprile 2024
L'anniversario

Dieci anni senza Renato Nicolini: il professore del "meraviglioso urbano"

Noto per aver ideato l'Estate Romana, a Reggio Calabria ricopriva la cattedra di professore ordinario di Composizione architettonica della Mediterranea dal 1987 fino alla sua scomparsa avvenuta nel 2012

Dieci anni senza Renato Nicolini, il professore dell'effimero, dell' Estate romana, che arrivò a Reggio Calabria nel lontano 1987 per ricoprire la cattedra di professore ordinario di composizione architettonica alla facoltà di architettura dell'Università Meditarranea. 

Dieci anni sono un tempo lungo e questa città presa dai suoi mille problemi sembra non ricordare più l'architetto, prestato alla politica e all'arte, che ha saputo rompere gli schemi e mettere in relazione la città con le periferie ma anche l'Università con la città.

Se a Roma, dopo gli anni di piombo e il buio della violenza è riuscito a portare i romani per le strade e a farli vivere e respirare cultura con i tanti eventi di altissimo pregio che ha organizzato essendo stato nominato da Giulio Carlo Argan sindaco della prima giunta “rossa”, assessore alla cultura del Comune di Roma  (1976-1985),  inventando un nuovo modo di intendere le politiche culturali della città che ha fatto scuola in tutto il mondo, tanto che il ministro della cultura della Repubblica francese Jack Lang gli conferì l’onorificenza di Officier de l’Ordre des Artes e des Lettres  nel 1985 ed il Comune di Los Angeles lo invitò a curare la manifestazione Los Angeles after dark, qui in riva allo Stretto ha saputo parlare ai giovani, agli studenti e alla città anche attraverso il teatro. Dal 1983 fu anche deputato per tre legislature prima del Pci e poi del Pds.

Per Nicolini il "meraviglioso urbano", era quell'idea di città viva che andava dal centro alle periferie e il professore amava il Sud e le sue tante anime.  Da Roma a Napoli, dove dal 1994 al 1997 è stato assessore all'Identità del Comune di Napoli chiamato a Palazzo San Giacomo da Antonio Bassolino per il rilancio culturale della città, passando per Reggio Calabria,  Nicolini guarda sempre alla città, pensando ad un progetto, ad una visione culturale che metta in relazione il centro con le periferie, partendo dalle sue tre passioni: la politica, il progetto, l'immaginazione teatrale. 

Il laboratorio teatrale e la visione della città

Così ecco che a Reggio Calabria parla agli studenti e insegna loro la cultura critica delle trasformazioni della città e del cambiamento dell’architettura, partendo dai fenomeni sociali e culturali mossi ed assorbiti dalle comunità, organizzate e spontanee.

Per Nicolini pensare la città è vederla usare diversamente, dover necessariamente innescare un circolo virtuoso tra pubblica amministrazione, operatori culturali e cittadinanza, intendendo la cultura come collante sociale e motore di cambiamento e crescita, anche economica.

Per questo la rappresentazione della cultura e l’insegnamento della progettazione urbana ed architettonica nei suoi laboratori passa anche attraverso il laboratorio teatrale dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria.

Un progetto che nasce informalmente nel 2002 all’interno della facoltà di architettura, da un’idea, appunto, di Renato Nicolini e di Marilù Prati (attrice e sua compagna di vita) al fine di coinvolgere gli studenti nella messinscena di “Nozze” di Elias Canetti, con l’iniziale - ma breve - collaborazione dell’Accademia di Belle Arti.

Da quest’esperienza nacque nel 2004 l’associazione culturale “le Nozze”, che da allora ha gestito le attività teatrali d’Ateneo, svoltesi fino all’A.A. 2008/’09 al Politeama “Siracusa”, attraverso specifici accordi di convenzione con Università, A.R.Di.S. di Reggio Calabria e Regione Calabria. “Fiore all’occhiello della Mediterranea” (da “Guida all’Università 2007” del Censis – la Repubblica), il Laboratorio “le Nozze” è un progetto che è andato caratterizzandosi in modo sempre più sperimentale - in un Ateneo dotato di sole facoltà tecniche o fortemente professionalizzanti – e che ha alle spalle un’esperienza di quasi sette anni, durante i quali sono stati coinvolti più di un centinaio di studenti, realizzando sei stagioni artistiche al “Siracusa”, con la produzione complessiva di oltre venti spettacoli, seminari, convegni e laboratori a tema, partecipazioni a rassegne e festival teatrali di rilievo anche internazionale (La Biennale Teatro di Venezia 2008, Magna Græcia Teatro Festival 2008, UniversoTeatro - Festival Internazionale di Teatro Universitario di Benevento 2008, Calabria Palcoscenico 2007, 2008 e 2009) riscuotendo apprezzamenti di pubblico e di critica crescenti".

Un laboratorio teatrale che tocca temi sociali come il razzismo e la xenofobia come è stato ad esempio con la rappresentazione di Elyssa/dìDidone  – la regina errante. Un progetto aperto, basato sul confronto tra il mito fenicio di Elyssa ed il mito virgiliano di Didone: la prima è un’eroina libera, che sceglie il suicidio per sottrarsi alle nozze e restare fedele alla memoria dello sposo ucciso; Didone è distrutta dall’amore per Enea.

Elyssa fenicia è stata al centro dei due laboratori a Nefta ed a Reggio Calabria, che hanno avuto una funzione importante, al di là del risultato teatrale, per creare un clima di fratellanza tra attori tunisini ed italiani. Un incontro ed un lavoro comune che hanno dimostrato, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno (ed oggi ce n’è, visto il rigurgito d’intolleranza razzista), che le differenze di cultura sono un’immensa ricchezza nel rispetto delle reciproche opinioni e credenze.

Reggio Calabria e la memoria corta

Adesso il Teatro Siracusa non esiste più e non si è neanche fatto in tempo ad intitolarlo al professore. Adesso lì c'è un fast food ed è un pò il segno dei tempi. Eppure questa città distratta potrebbe ricordare Renato Nicolini intitolandogli una strada e anche l'Ateneo una prestigiosa aula.

Ma dieci anni evidentemente sono un tempo per "cancellare" le visioni effimere di Nicolini e far ripiombare nel buio una città, ed il suo Ateneo, sempre più lontana da un progetto culturale di cambiamento. Oggi molte piazza d'Italia si chiedono come affrontare la frizione tra i centri storici e le masse di ragazzi che popolano mille movide. E riaffiarano le politiche repressive, il controllo della situazione e il consenso e quindi il potere. Reggio Calabria non è da meno: le maxi risse sul lungomare e le piazze occupate da giovani nel "gioco della murra" fanno capire quanto lavoro c'è ancora da fare. Renato Nicolini scelse la strada dell'azzardo, di sposare l'"effimero teppismo" e di parlare con le periferie, di assorbire il pensiero critico che parte dal basso e travolgerlo nel cambiamento.  

La visione futura 

Renato Nicolini aveva una visione futura anche per Reggio Calabria e la Città metropolitana: "Reggio, sarà città metropolitana se riscopre la tradizione tutta italiana della città lenta, legata all’architettura, al paesaggio, alla storia… Se scopre che l’effetto città non è connesso necessariamente alle infrastrutture, all’industria, al direzionale, ma al valore di vivere insieme, alla capacità di fare". 

Ecco la visione di Nicolini che, in una tavola rotonda dell’82 su “L’effimero e la cultura di massa” aveva spiegato la valenza innovativa: "Il profilo all’apparenza leggero delle manifestazioni romane contiene in sé la ricerca di una dimensione politica alternativa in grado di conseguire non tanto la prefigurazione di un avvenire ipotetico possibile, la formulazione di modelli di società virtuosa, ma la capacità di scegliere quegli elementi che sono in grado di produrre movimento, di formulare nuove ipotesi, di rinnovare la cultura e la politica stessa".

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