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Il progetto

Fare Eco, la rete del riuso è cresciuta e ora approda sul web

Il 17 aprile sarà lanciata la nuova iniziativa dell'associazione che in pochi anni con "Non si jetta nenti" ha inaugurato un circolo di buone pratiche sostenibili e di riduzione dei rifiuti

La rete del riuso, nata per divulgare le buone pratiche di rigenerazione degli oggetti in un territorio complesso come quello di Reggio Calabria, ha ormai una struttura consolidata e adesso è pronta per il grande salto sul web. Fare Eco, associazione culturale per l'ambiente promotrice tra l'altro della seguitissima comunità social "Non si jetta nenti", lancia un portale realizzato con la partnership digitale della società benefit Evermind, che funzionerà come piattaforma articolata di informazione, scambio e bacheca di tutte le iniziative locali di economia circolare con l'obiettivo della riduzione dei rifiuti e il loro impiego in una vita nuova. 

L'iniziativa sarà presentata lunedì 17 alle ore 19 con una diretta sulla pagina Facebook di Fare Eco. La presidente Rossana Melito, ecodesigner e progettista ambientale, spiega: "L'idea è creare una mappa che potrà essere consultata per conoscere gli eventi organizzati dai soggetti della rete, ma anche pensata per divulgare le proprie attività da parte di artigiani o cittadini che vogliano proporle, oltre a offrire uno spazio per ricerche di servizi. Vogliamo mettere in contatto le utenze virtuose che esistono sul territorio".

Riparare, regalare, eliminare quello che non serve a noi ma altri possono ancora usare, imparare come un vecchio abito o un piccolo elettrodomestico guasto può scoprire un'inedita utilità alternativa anziché ingrossare la mole di rifiuti. E' quello che si fa da anni nel gruppo "Non si jetta nenti", che oggi conta 20.000 iscritti, e dalla piazza virtuale è diventato rete generando pratiche vere, come il caffè delle riparazioni (dalla cui sede, il FabLab, sarà trasmessa la diretta di lunedì prossimo), e creando sinergie con altre iniziative di volontariato e sostenibilità ormai radicate, come il corredino sospeso dell'associazione Pandora. Circoli di persone e idee che promuovono uno stile di vita ecologico attorno all'esercizio del recupero - che è sempre possibile, e facendo un giro tra i post di Non si jetta nenti è subito chiaro come non si tratta di pura teoria: davvero qualunque cosa, anche quella più usurata e da macero, può sorprendentemente diventare altro. Per esempio un arredo artistico, o materiale scenico per una recita scolastica, ma c'è anche chi ha trovato il suo abito da sposa, un vestito sartoriale e da sogno che altrimenti non avrebbe potuto permettersi e un'altra donna ha donato volentieri anziché tenerlo chiuso nell'armadio. 

Ma come hanno fatto questi missionari del riuso a radunare tanta gente in una città come Reggio, dove della cronica emergenza rifiuti è correa anche un'innegabile porzione incivile della popolazione? "La rete attuale arriva da un lungo precedente di varie associazioni che sono sempre state attive nel sociale - dice Rossana Melito - ma un passaggio cruciale si è verificato nella pandemia. Durante il lockdown abbiamo vissuto un momento particolare che ci ha messi davanti a tanti bisogni legati alla nostra vita quotidiana. Il gruppo Non si jetta nenti è nato così, quando stando in casa mi sono accorta di avere moltissimi oggetti vecchi o che non usavo più. Lo stesso è accaduto con corredino sospeso, in quel caso per aiutare mamme in difficoltà, e oggi c'è una intersezione tra le due iniziative con il gruppo Baby one more time, ma un altro esempio che posso fare è il banco alimentare. Siamo numerose realtà piccole e spesso poco conosciute in città, la nostra forza è metterci insieme. In questo territorio esistono tantissime buone pratiche dal basso e la vera sfida è unificarle per non disperderle". 

Tra pannolini lavabili (consuetudine delle nostre nonne che sembrava da anni inaccessibile nell'era del consumo sfrenato e l'iperproduttività e invece si sta apprendendo nuovamente) e piccoli lavori di recupero, la proposta che sta riscuotendo maggiore seguito è il caffè delle riparazioni. Avviato con fondi comunali a novembre 2022, il progetto prosegue animato dalla partecipazione di quanti, per interesse personale o passatempo sono già abili in questo tipo di competenza e la trasmettono a chi vuole imparare, anche soltanto per non rinunciare a una borsa appartenuta a una nonna o non comprare un nuovo tostapane. C'è poi lo straordinario traguardo di "Hai la stoffa giusta?", campagna di comunicazione sul riuso portata avanti da Fare Eco per lo sportello Europe Direct dell'amministrazione comunale, coinvolgendo attraverso eventi e laboratori vari soggetti tra associazioni, professionisti ed esercenti, tutti del territorio cittadino (Pandora, Artemide, Rifiuti zero, Used second life, Nani&S, Esperia, Temporary work): dopo essere stato premiato tra i migliori progetti italiani nell'ambito della settimana europea per la riduzione dei rifiuti, quest'anno incentrata sul tema del tessile, è adesso nel gruppo dei candidati europei (16 su una sessantina) per la finale del 1 giugno a Dublino. "E' un risultato straordinario - commenta Melito - e siamo ancora emozionati per questa bellissima notizia che è un successo da convidere con tutti gli attori locali che ci hanno permesso di iniziare e poi di proseguire l'attività". 

La genesi spontanea di Non si jetta nenti si manterrà intatta come filosofia del portale web, ma la rete Fare Eco svolge di fatto una funzione sociale favorendo la partecipazione dei cittadini al riciclo e la riduzione dei rifiuti. Per questo qualche mese fa insieme al consorzio Macramé a conclusione di un workshop operativo è stato predisposto un protocollo, e adesso l'intesa ha preso la forma di un documento che illustra tutte le iniziative attivate e da attivare di economia sociale, circolarità e mutuo aiuto. Sarà proposto all'adesione del Comune per avere un sostegno - ad esempio la disponibilità di spazi o agevolazioni. L'estro, la passione e l'azione li metteranno le associazioni, al pubblico si chiede di fare la sua parte, necessaria e doverosa. 

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