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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Gallico

Ricostruita la sparatoria di Gallico, il gip ha disposto gli arresti per Vittorio Rodà

Il ferimento sarebbe la diretta conseguenza di un rapporto sentimentale osteggiato, la polizia ha denunciato anche un perente del giovane di Archi che è stato ferito al piede: si voleva fare giustizia da solo con un coltello

Il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, ha convalidato l’arresto eseguito in flagranza di reato dai poliziotti della Squadra Mobile e delle Volanti della Questura nei confronti di Vittorio Rodà, detto Francesco, 30 anni.

Il ferimento di Gallico

Vittorio Rodà è ritenuto responsabile di detenzione e porto illegale di arma comune da sparo e lesioni personali aggravate ai danni di un giovane, poco più che ventenne, nei confronti del quale, nel pomeriggio del 5 marzo, sulla Via Nazionale di Gallico, ha esploso un colpo di pistola ferendolo alla gamba destra.

L'aggressione in passo Caracciolo

Al momento del fatto, il giovane e alcuni suoi familiari stavano percorrendo la via Nazionale di Gallico verso Archi a bordo di una utilitaria. All’altezza di passo Caracciolo venivano affiancati da un furgone dal quale scendeva Vittorio Rodà per aggredir lo zio del ragazzo ferito perché era intervenuto per difendere il parente.

L'arresto a casa

Scattato l’allarme, le volanti della questura si ponevano alla ricerca del responsabile sul territorio della zona nord della città, che veniva controllato capillarmente anche con l’impiego di un elicottero del quinto reparto volo della Polizia di Stato. Dopo alcune ore, Vittorio Rodà rientrava presso la sua abitazione dove veniva bloccato dagli agenti della Squadra mobile e delle Volanti operanti in sinergia con i colleghi impegnati nelle ricerche.

Il tentativo di vendetta

Durante le attività finalizzate a rintracciare l’aggressore, un investigatore della Squadra mobile, supportato da un equipaggio delle Volanti in servizio a bordo di moto, disarmava in una via di Archi un parente della vittima che aveva in animo di farsi giustizia da sé con un grosso coltello per vendicare il torto subìto dal familiare. Condotto in Questura, per gli accertamenti di rito, l’uomo veniva successivamente denunciato all’autorità giudiziaria per porto illegale in luogo pubblico di arma da taglio.

Le prime indagini

La complessa dinamica dell’azione delittuosa veniva ricostruita dagli investigatori della Squadra mobile mediante una meticolosa attività di acquisizione di informazioni dalle persone in grado di riferire circostanze utili, nonché attraverso l’analisi delle immagini riprese dagli impianti di videosorveglianza privata presenti nelle aree circostanti al luogo del delitto. 

Una relazione contrastata

Nel corso delle articolate attività di indagine - costantemente coordinate dal Procuratore Vicario Gerardo Dominijanni e dal Sostituto procuratore Vittorio Fava - emergeva che l’aggressore tratto in arresto aveva sempre avversato il rapporto di relazione che una sua congiunta aveva iniziato da un paio di mesi con uno zio del soggetto ferito. Il ferimento del ventenne rappresenta l’epilogo di un crescendo di atti intimidatori e di minacce volte a far cessare detto rapporto di coppia.

Disposti gli arresti

In sede di convalida dell’arresto, il Gip presso il tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto nei confronti di Vittorio Rodà la misura cautelare della custodia in carcere. 

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