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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Riforma del welfare regionale, la Uil Calabria non vuole pacchetti chiusi ma confronto

Il segretario generale Santo Biondo chiama in causa la giunta regionale e chiede di aprire un tavolo di discussione con il sindacato "che sia mediato e non mediatico"

"Accogliamo con positività la notizia che la Giunta regionale voglia aprire il cantiere per la riforma del welfare territoriale. In gioco c’è la dignità di quelle fasce più deboli della società che, troppo spesso, scontano difficoltà legate a ritardi e cattiva programmazione". A parlare è Santo Biondo, Segretario generale della Uil calabria, che con una nota stampa invita la giunta regionale ad aprire il confronto con il sindacato.

"Siamo, però, convinti che quello da affrontare sia un tema complesso - prosegue Biondo - che, per offrire alla Calabria una riforma efficace e produttiva, non può passare per una imposizione ma deve essere posto al centro di un confronto serrato fra l’assessore regionale competente e le forze sociali. La Calabria sta cambiando, i dati Istat sulla popolazione ci lasciano la fotografia di una regione che invecchia, quelli sull’occupazione ci dicono che questo territorio non è mai uscito dalla crisi del 2008".

Per Santo Biondo: "Tutti i dati statistici ci dicono che è necessario imprimere un netto cambio di rotta, che non è possibile ripetere gli errori del passato, che è necessario programmare con attenzione ogni azione riformatrice che si intende mettere in campo per cercare di migliorare le sorti della Calabria e mutare le prospettive future dei suoi cittadini".

Davanti a questi dati impietosi, poi, per il Segretario generale della Uil Calabria: "È fondamentale canalizzare le ingenti risorse europee che saranno disponibili attraverso la riprogrammazione del Por Calabria 2014/2020, la programmazione di quelli 2021/2027 e la quota parte del Recovery Fund destinato al Sud e alla Calabria, in progetti concreti e realizzabili". 

"Per questo - conclude Santo BIondo - bisogna aprire, senza perdere altro tempo, il confronto con l’assessore competente. Un confronto, più mediato e meno mediatico, un confronto serrato, oggettivo e scevro da qualsivoglia steccato ideologico".

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