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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Roghudi

Roccaforte del Greco, sequestrata piantagione di shunk all'interno del Parco

La piantagione, controllata da telecamere a infrarossi, era composta da 1000 piante in perfetto stato di mantenimento e irrigata da un ingegnoso e automatizzato impianto idrico

Ennesima piantagione di marijuana scoperta nel territorio. Grazie al supporto degli elicotteri, i finanzieri di Melito Porto Salvo, hanno individuato e sottoposto a sequestro, all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte, a Roccaforte del Greco, un’estesa e rigogliosa piantagione di cannabis del tipo “skunk”.

La “puzzola”, così denominata per il suo odore molto pungente, è un incrocio delle due tipologie di marijuana, sativa e indica, ed è ottenuta fondendo le linee genetiche native del Messico (Acapulco Gold), della Colombia (Colombian Gold) e dell’Afghanistan.

La piantagione, composta da circa 1000 piante in perfetto stato di mantenimento e di altezza ricompresa tra i 70 e i 150 centimetri, è stata rinvenuta in una zona protetta interna al Parco Naturale, a oltre 1.200 metri di altezza e ricavata in un’area particolarmente impervia e scoscesa, nascosta dalla fitta vegetazione boschiva e difficilmente raggiungibile anche a piedi.

Durante le operazioni di polizia, i militari operanti hanno rilevato, inoltre, l’adozione di un ingegnoso e automatizzato impianto idrico di irrigazione: la “coltura”, infatti, era innaffiata mediante un sistema “a goccia”, costituito da tubi di gomma in pvc per un totale complessivo di circa 3 kilometri, di valvole apertura/chiusura regolate da temporizzatori elettronici e di un serbatoio di raccolta dell’acqua. Poi, nelle immediate vicinanze della piantagione era stato costruito, perfino, un essiccatoio in legno per svolgere agevolmente e direttamente sul posto le successive fasi di lavorazione della marijuana. Nei sentieri di accesso alla coltivazione, oltre a svariato materiale fertilizzante e ad attrezzi agricoli, sono state rinvenute ben due telecamere ad infrarossi munite di visori notturni e schede di memoria, occultate per monitorare eventuali movimenti sospetti nei pressi della piantagione.

Oltre alla piantagione, tutta la strumentazione tecnica rinvenuta è stata immediatamente rimossa e sottoposto a sequestro.
L’intervento che si è svolto in una fase di maturazione vegetativa, prossima alla  raccolta, ha permesso di sottrarre alle conseguenti lavorazioni, numerose piante da cui si sarebbero potute ricavare, potenzialmente, circa 350 chilogrammi di prodotto finito.

Lo stupefacente, una volta introdotto nel mercato per la cessione al dettaglio al consumatore finale, avrebbe consentito di ottenere notevoli ricavi per la criminalità organizzata. Le indagini, finalizzate alla ricerca dei responsabili, coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, sono ancora in fase d’esecuzione.
 

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