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Il caso Jovanotti / Roccella Ionica / area natura village

Jova Beach Party, per il Comune di Roccella Ionica "è tutto in regola"

Il sindaco Zito non ha ricevuto esposti formali e ricorda che l'area non è tra quelle protette, ma per opportunità saranno escluse dai lavori alcune porzioni di spiaggia

Jovanotti divide gli animi. A Roccella l’inizio dei lavori di sbancamento della spiaggia che ospiterà il palco è stata accompagnata da invettive, ma se da parte dell’amministrazione non sembra esserci nessun segnale di ripensamento, le pur indignate argomentazioni degli ambientalisti e di molti cittadini non si sono tradotte in iniziative concrete né in atti formali.

Non è successo finora per nessuna delle tappe del Beach Party nonostante le denunce di danni all’ambiente siano arrivate dalla maggior parte dei territori ospiti. Per i concerti roccellesi del 12 e 13 agosto, la macchina organizzativa procede spedita persino nei dettagli di ordine pubblico con la previsione di una città ad accesso blindato e restrizioni alla viabilità urbana.

La situazione dell’area scelta per il concerto non è cambiata rispetto a due anni fa, quando la società Trident Music srl chiese ed ottenne dal Comune l’autorizzazione a compiere intervento di sbancamento delle dune e livellamento della spiaggia e la rimozione degli ostacoli costituiti da arbusti e alberelli per fare spazio al megapalco di Jova. Oltre al pregiudizio per l’habitat delle tartarughe Caretta Caretta e del fratino, che nidificano qui proprio in questo periodo, una polemica dell’epoca riguardò la circostanza della ricaduta del sito nel demanio comunale, che avrebbe richiesto, dopo l’evento, l’obbligo di ripristinare l’integrità ambientale con presunte spese da parte dell’amministrazione.

Così non è stato, precisa il sindaco di Roccella Vittorio Zito, ricordando che gli obblighi, di tipo penale, sono a carico del richiedente, l’unico tenuto a lasciare il sito nelle condizioni in cui l’aveva trovato e con competenza di controllo e applicazione delle sanzioni dell’ufficio tecnico. Soprattutto, Zito tiene a fare chiarezza sul fatto che l’area in questione non rientra tra quelle protette e dunque non è soggetta a vincoli: "Possiamo parlare di opportunità o meno di svolgere eventi del genere sulla spiaggia, ma questa è una valutazione ambientalista che io rispetto, non certo una prescrizione di legge». L’unica riserva marina protetta della Calabria è infatti la spiaggia di Isola Capo Rizzuto.

Il sindaco roccellese ci conferma anche che, a differenza del 2019, quando effettivamente furono presentati esposti scritti, quest’anno l’amministrazione non ha ricevuto nulla. Le proteste insomma, almeno a Roccella, sono rimaste invettiva da social – anzi, dei rischi all’ecosistema calabrese si è parlato di più altrove, come argomento rafforzativo alle battaglie anti-Jova delle ultime settimane per altre spiagge. "Non mi risultano proteste in città e non ho nulla da replicare – continua Zito – a voci di corridoio provenienti da persone che sanno di non avere argomenti reali.

Siamo tranquilli perché abbiamo fatto ogni accertamento e non ci sarà nessun intervento invasivo. Non si costruisce un villaggio ma un palco, che sarà smontato dopo due giorni. Inoltre abbiamo escluso porzioni dell’area che ci sono state segnalate come delicate per la presenza di specie da tutelare, e non abbiamo dubbi che sia così. Si tratta però di un’accortezza, non di un vincolo, che qui non esiste".

Sacrosanto continuare a lanciare un allarme di cautela, anche se, con crudo realismo, sappiamo già che ha vinto Jovanotti e neanche questa volta il coraggioso Davide ha avuto la meglio sul gigante Golia (un altro caso celebre nel 1989 fu il mitico concerto dei Pink Floyd a Venezia, rock potente nella fragile bomboniera di piazza San Marco).

Eppure la popolarità di Lorenzo stavolta un colpo pesante lo ha subìto – lo dimostrano i commenti sotto i post del cantante nelle sue pagine social ufficiali, che da entusiastici e di affetto, negli ultimi giorni sono diventati improperi a getto continuo. Smascherato come artefice di greenwashing, gli si contesta la connivenza economica con sponsor che qui non citeremo ma sono noti a tutti come l’opposto dell’ecologismo, coinvolti in vicende imbarazzanti per chi come il cantautore toscano vanta impegno nella difesa della natura.

Lo stesso Beach Party era nato come presunto contenitore non solo musicale, un happening all’aria aperta per sensibilizzare su temi ambientali: peccato che alcuni giovani che hanno lavorato proprio nello staff nell’attuale tour abbiano raccontato di gran consumo di plastica dietro il palco, turni di lavoro massacranti e sfruttamento, spiagge lasciate in condizioni da discarica (le testimonianza sono state raccolte nella pagina divulgativa “Scienze Naturali”).

A Roccella il concertone sta generando flussi turistici importanti, come punta di diamante di un programma estivo con ospiti popolarissimi. Zito ammette che sul piatto della bilancia l’amministrazione ha pesato anche questo fattore, dovendo contemperare le esigenze ambientali ma anche la promozione del territorio – per ironia della sorte c’è anche chi i vituperati beach party li avrebbe voluti, cioè la Sicilia, esclusa per mancanza di siti idonei.

Se Zito conclude assicurando che non ci saranno effetti di alcun tipo sull’area naturale di Roccella, l’altra campana, a due settimane dall’evento, non ha carte da contrapporre. Nel mezzo stanno i fan, quelli che Jovanotti lo seguono e lo ascoltano da sempre e non sanno se schierarsi con lui o con le tartarughe.

Selvaggia Lucarelli l’ha liquidata come ideologia ossessiva, perché, certo, le catastrofi ecologiche sono ben altre che l’happening musicale di Lorenzo. Ma esercitare il pensiero e prendere posizione, anche contro i mulini a vento, sono forse rimaste le uniche armi per proteggere un sistema ambientale ovunque sempre più inerme.

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