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Cronaca

L'affondo di Oreste Romeo: "Sui precari si sta facendo macelleria sociale"

L'avvocato reggino mette in evidenza gli errori commessi dal centrosinistra e i ritardi dell'attuale maggioranza di centrodestra alla Regione: "La politica perde clamorosamente e cede il passo agli urlatori d'assalto"

Per Oreste Romeo sui precari calabresi si sta producendo solo “macelleria sociale”. Al centro della riflessione di Romeo la vicenda dell’ultima legge che il Consiglio regionale era pronto a varare e, poi, ha scelto di ritirare forse “spaventato” dalle inchieste giornalistiche.

Romeo Oreste-2“Ne è prova tangibile - scrive - quanto si legge in relazione alla vicenda della legge sui precari, la cui origine risiede nella cosiddetta Legge Madia del 2013, una cornice nazionale alla quale, in seguito, si sarebbe data esecuzione a livello territoriale: da qui le leggi regionali della Calabria numero 1 e numero 12, che non sono normative adottate "in piena era Scopelliti" come si tenta di far passare in modo becero e fraudolento per lasciare intendere la elargizione di prebende agli amici ed agli amici degli amici, nonostante la posizione degli aventi diritto sia stata verificata dai Centri per l’impiego e dalla Agenzia delle entrate”.

Per Oreste Romeo, poi, “a distanza di sette anni, esponenti del centrosinistra calabrese, che dovrebbero essere sensibili alle tematiche del lavoro, dapprima spingono l'azzoppata giunta regionale ad assumersi responsabilità di governo, dando attuazione in pochi mesi ad una Legge regionale che loro stessi, nel pieno esercizio delle loro funzioni, non avevano saputo o voluto attuare nell'intera precedente legislatura. Poi, dopo aver diffidato a più riprese la maggioranza, a loro dire inadempiente, sfidandola in Consiglio, battono clamorosamente in ritirata, insieme ai sindacati, per il solo timore di inciampare su qualche nome scomodo, contenuto in un elenco di lavoratori da essi stessi approvato, peraltro con procedure ad evidenza pubblica”.

Secondo la tesi di Oreste Romeo in questa vicenda: “il disinteresse del governo regionale di centrosinistra è tangibile lì dove si consideri che lo stesso ha solo prodotto la pubblicazione di un Decreto Dirigenziale (n. 12529 del 14 ottobre 2019) con allegata una Manifestazione d’interesse per consentire a chiunque avesse diritto, mediante procedura ad evidenza pubblica della durata di 30 giorni, la presentazione della domanda di inserimento negli elenchi di cui alla Legge Regionale numero 1 del 13 gennaio 2014".

“In altri termini, il centrosinistra calabrese, a ridosso delle elezioni regionali del 26 gennaio 2020 - spiega - ha impostato la propria campagna elettorale sullo sfruttamento del bisogno dei precari con una manifestazione di interesse, ma su questo dato il sinistro populismo d'inchiesta bellamente sorvola”.

Il risultato per Oreste Romeo è che “anche l'attuale maggioranza regionale, che pure aveva affrontato la questione in Giunta e l'aveva portata quasi a compimento per volontà della Presidente Santelli di superare l’era del precariato regionale nella Pubblica Amministrazione, si ritrova da sola e a sua volta si defila per nascondersi. La politica perde clamorosamente e cede il passo agli urlatori d'assalto, al "populismo di inchiesta" capace oramai di intimorirla e di sopraffarla, anche solo con fantomatici "scoop" che in realtà sono solo flop provocati dall'autoreferenziale narcisismo di chi li concepisce, i cui effetti, però, ricadono, come sempre, sulle spalle degli incolpevoli Calabresi”.

“Nonostante le tematiche sul lavoro in Calabria - conclude - rivestano i caratteri di indifferibilità ed urgenza che ne impongono l'immediata soluzione, il ceto politico regionale rimane ostaggio di se stesso si preoccupa solo di stare dietro ai fantasmi di una informazione che Informazione non è”.

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