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Cronaca

Sanità e Coronavirus, si potrebbe allargare l'inchiesta dalla Procura reggina

I magistrati vogliono vederci chiaro sulle responsabilità per il mancato tracciamento dei postivi ma anche sui ritardi per i posti di terapia intensiva e le Usca

La Procura della Repubblica di Reggio Calabria avrebbe allargato il raggio d’azione della sua inchiesta sul tracciamento dei soggetti positivi al Coronavirus. Dai piani alti della Procura non trapelano notizie, ma pare che gli inquirenti reggini si siano concentrati anche sul mancato potenziamento delle terapie intensive e semi-intensive negli ospedali di Locri e Polistena.

Nei giorni scorsi,  infatti, sembra che gli investigatori si siano presentati negli uffici dell’Asp di Reggio Calabria per acquisire tutta documentazione utile a capire cosa non ha funzionato nella gestione della pandemia. Sulla scrivania dei magistrati sarebbe finito anche il documento di “Riordino della rete ospedaliera in emergenza Covid-19” redatto dal dipartimento Tutela della salute e politiche sanitarie della Regione Calabria e approvato dall’allora commissario ad acta Saverio Cotticelli con il decreto 91 del 18 giugno 2020.

Quel documento prevedeva per gli ospedali di Locri e Polistena un aumento totale di 14 posti di terapia intensiva e 10 di semi-intensiva. Posti che si sarebbero dovuti aggiungere a 22 già esistenti. I pubblici ministeri vorrebbero verificare le ragioni per le quali le procedure di aumento dei posti letto e di assunzione del personale medico e paramedico per cinque mesi sono rimaste ferme.

L’inchiesta potrebbe adesso allargarsi a tutto il mondo della sanità reggina. Un filone d’indagine, infine, riguarderebbe le Unità speciali di continuità assistenziali, le cosiddette Usca, che dovevano servire per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero.

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