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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Sanità, il cardiologo Amodeo: "Ogni decesso rappresenta per noi una sconfitta"

Le riflessioni del responsabile Uoc cardiologia/Utic dell'ospedale di Polistena e componente del Consiglio dell’Ordine dei medici della provincia reggina

"In circostanze in cui medici, infermieri e operatori socio sanitari sono in trincea, unici baluardi a difesa della salute dei cittadini, per fare fronte unico, insieme alle forze dell’ordine ed alla Protezione civile, contro il dilagare del contagio da Coronavirus, è deprimente dover trovare il tempo per scrivere queste poche riflessioni".

Lo afferma Vincenzo Amodeo, responsabile Uoc cardiologia/Utic dell'ospedale di Polistena e componente del Consiglio dell’Ordine dei medici della provincia di Reggio Calabria.

Premesso afferma Amodeo "che l’esercizio della professione medica è un continuo ed incessante operare tra la vita e la morte di ammalati di ogni genere, razza, età, fede religiosa, stato sociale, livello culturale e quant’altro diversifica l’umanità; ogni decesso rappresenta per noi una sconfitta, anche quando sei consapevole di aver fatto tutto ciò che hai saputo e potuto fare.

L’amarezza cresce quando qualcuno non crede e accusa ma, anche questo fa parte del lavoro che svolgiamo quotidianamente, pur nella diversità di comportamenti dei singoli, legati a problemi caratteriali, e sempre nel rispetto delle indicazioni che provengono dalle linee guida e dalla buona pratica clinica.

Però, quando ciò accade, non bisogna mai aver paura o rassegnarsi e accettare supinamente le contestazioni. Chi pensa di aver subito un torto per la morte di un familiare ha il diritto di denunciare, secondo le regole dettate dalla legge e chi viene accusato ha il diritto di difendersi, sempre in ossequio alla legge. Il tutto deve avvenire usando gli strumenti che il codice civile e penale mettono a disposizione".

"Esiste - contina il responsabile di cardiologia Amodeo - un documento olografo ( che consente di identificare, in base alla grafia, uno per uno i sanitari che hanno visitato e seguito i malati) che si chiama cartella clinica ed è un atto scritto e non parlato  la cartella clinica parlata, fatta di parole avventate, contrasti verbali, chiacchiericci, ecc. non ha valore legale ).

La parte offesa ha il diritto di richiederla, l’Istituzione Sanitaria ha il dovere di concederla, i periti hanno la facoltà di visionarla e l’organo giudicante ha l’obbligo di sentenziare. Non esiste altro modo o forma civile per avviare e concludere un contenzioso. Chi sbaglia paga! Ed è giusto così.

E, tra le cose che possono entrare nel contenzioso, non sono oggetto di discussione o di condanna le cose dette ma quelle scritte, anche oltre i contenuti della cartella clinica e lontano dal luogo del decesso".

"Poiché ho imparato - conclude Amodeo - che chi legge detta legge e chi ascolta ripete, leggendo dichiarazioni e considerazioni che provengono da più parti, come in una tifoseria tra pro e contro, ricordo a me stesso e agli altri che la Misericordia divina non ha limiti di grandezza ma, in alcuni casi, l’ingratitudine umana è più grande della Misericordia divina".
 

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