rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il report

Migranti, Save the children: "In 10 anni giunti più di 103mila minori non accompagnati"

Presentato il rapporto dell’organizzazione "Nascosti in piena vista-Frontiera Sud" che mette in risalto i dati raccolti sugli sbarchi anche in Calabria

Mentre Reggio Calabria attende l'arrivo di nave Dattilo presso il porto, per accogliere centinaia di migranti ed aiutare Lampedusa a sopportare il peso degli sbarchi registrati in questi ultimi mesi, Save the children ha reso pubblici i dati sulle migrazioni raccolti nel report "Nascosti in piena vista - frontiera Sud", curato dal giornalista Daniele Biella, con il contributo del fotoreporter Alessio Romenzi, che ha messo in particolare evidenza il numero elevato di minori non accompagnati approdati in Italia.

"La drammatica situazione degli ultimi giorni a Lampedusa riporta in primo piano la necessità di una rete di accoglienza strutturata, soprattutto per i più vulnerabili, come i minori che arrivano sulle nostre coste senza genitori e figure adulte di riferimento. Negli ultimi dieci anni sono arrivati via mare da soli in Italia 103.842 minori stranieri non accompagnati (Msna), prevalentemente adolescenti e preadolescenti, ma non di rado anche bambini, con una media di 15mila presenze annue". E' quanto si apprende da Save the Children che oggi presenta il report "Nascosti in piena vista - frontiera Sud", curato dal giornalista Daniele Biella, con il contributo del fotoreporter Alessio Romenzi.

"Nonostante i minori non accompagnati siano quindi una presenza regolare nel nostro Paese - denuncia l'associazione - non sono mai nati i centri governativi di prima accoglienza previsti dalla legge e anche i Centri di accoglienza straordinaria, che dovrebbero rappresentare la soluzione di ultima istanza, contavano al 31 dicembre 2021 soltanto 519 posti."

"Guardando al trend relativo ai posti finanziati nei Cas dal 2018 al 2021, appare evidente che l’intento di distribuire i minorenni sull’intero territorio nazionale al loro arrivo è stato via via disatteso - prosegue il comunicato - sino a concentrare in Sicilia e in Calabria la quasi totalità dei Cas minori attivi a fine 2021".

Nel solo 2021 nei Paesi di ingresso Ue, Grecia, Italia (10.053), Bulgaria, Spagna, Cipro e Malta, sono stati registrati in arrivo 17.200 minori non accompagnati, che hanno rappresentato il 71% di tutti i minorenni, compresi quelli arrivati con le famiglie, che hanno fatto ingresso in Europa. Sempre nel 2021 Germania (73.245) e Francia (25.750) hanno registrato il maggior numero di richieste di asilo da parte di minori (anche in famiglia), in Italia le domande di minori sono state 11.569, di cui 3.257 di non accompagnati.

Secondo Save the children per chi riesce ad arrivare in Italia, il problema è l'accoglienza, "un mondo variegato che non garantisce sempre risposte adeguate. " La criticità individuata dall'associazione sarebbe che: "accanto a centri di prima accoglienza efficienti si trovano anche situazioni di grave sovraffollamento, luoghi di primo sbarco dove si fatica persino a garantire pannolini, cibo adeguato e cure mediche ai bambini, in un continuo clima di tensione o ancora centri dove l’alto numero e turnover di adolescenti non consente di garanti-re alcuna progettualità di medio-lungo periodo".

E' per fare chiarezza su questo sistema complesso che l'associazione ha presentato, dopo aver seguito la scorsa primavera le rotte dei ragazzi provenienti dalla cosidetta rotta balcanica alla frontiera Nord, il rapporto “Nascosti in piena vista - Frontiera Sud”.

La ricerca è stata condotta nei mesi estivi del 2022, periodo dell’anno con più arrivi via mare, nei luoghi di sbarco, lungo le strade delle città e nei centri di prima accoglienza dei punti nevralgici della Calabria, regione per la quale il 2022 è stato un anno senza precedenti in termini di arrivi con gli oltre 16mila registrati, di cui almeno 1200 minori soli, (toccando Roccella Ionica, tutta la Locride, Crotone, Isola di Capo Rizzuto, Reggio Calabria e dintorni) della Sicilia (capoluoghi e paesi di provincia da Messina a Catania, da Pozzallo ad Agrigento e Palermo) e dell’isola di Lampedusa, punto di approdo con i numeri più alti di tutto il bacino europeo.

"Il rapporto traccia diversi percorsi seguiti dai minori stranieri dopo lo sbarco, e in particolare esamina le condizioni della prima accoglienza, le criticità legate alla permanenza promiscua e prolungata dei più giovani negli hotspot, l’alienante attesa del trasferimento nei centri e, infine, la permanenza nelle comunità. Si presentano le storie di minori che si allontanano per raggiungere una destinazione finale in un altro Paese europeo, esponendosi a nuovi rischi, e di quelli che intraprendono percorsi di integrazione, se accolti in contesti favorevoli all’inclusione sociale ed educativa", fa sapere Save the children.

"La permanenza presso le strutture di primo livello si protrae in molti casi ben oltre i 30 giorni previsti per legge, prima di accedere alle comunità. Questa dilatazione dei tempi genera molte difficoltà per i minori costretti a vivere un periodo percepito come perso - continua l'associazione - come in un limbo, prima di poter andare a scuola o parlare con il loro tutore, tutte cose a cui avrebbero diritto".

Per questo motivo, così come per i lunghi tempi dei ricongiungimenti familiari in altri Paesi europei, molti minori decidono di allontanarsi autonomamente dalle strutture di prima accoglienza per raggiungere altre città o altri Paesi, rimanendo nascosti in piena vista. Con tutti i rischi che queste fughe comportano. Sono poi da considerare i rischi aggiuntivi ai quali sono esposte le ragazze. Il 31 dicembre 2022 erano 2.988 le ragazze minorenni arrivate da sole accolte nei centri di accoglienza.

"Per loro - conclude la nota - in particolare c'è il rischio che gli allontanamenti siano forzati e legati al circuito dello sfruttamento sessuale e che quelli spontanei ricadano in tale circuito. Costa d’Avorio e Nigeria sono i Paesi africani maggiormente coinvolti in questo terribile fenomeno", conclude l'associazione.

Disposto anche il sequestro di beni per un valore complessivo pari a circa 90 milioni di euro, somma ritenuta pari ai profitti illeciti dell’associazione criminale, che solitamente venivano reinvestiti nello stesso traffico illecito di rifiuti o in altre attività lecite (tra cui l’acquisto di quote di una società di calcio).

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Migranti, Save the children: "In 10 anni giunti più di 103mila minori non accompagnati"

ReggioToday è in caricamento