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Lunedì, 18 Marzo 2024
Cronaca Centro

'Ndrangheta, scarcerato "Nano feroce" il boss che diede avvio alla seconda guerra di mafia

Condannato all'ergastolo poi convertita la pena a trent'anni, ha goduto dell'indulto e della liberazione anticipata, adesso Antonino Imerti è libero

“Nano feroce”, ovvero Antonino Imerti da venerdì è libero. Dopo 28 anni di carcere, anche al 41 bis, adesso all'età di 72 anni  ha lasciato il carcere di massima sicurezza de L'Aquila.

“Nano feroce”, chiamato così proprio per la sua ferocia nella seconda guerra di ‘ndrangheta reggina, fu proprio lui a dare avvio allo scontro armato contro gli ex alleati De Stefano-Tegano-Libri. Volle infatti vendicarsi dell'attento, fallito, contro di lui con un'autobomba a Villa San Giovanni, che il giovane Imerti allora attribuì a Paolo De Stefano. Così, dopo due giorni, il boss di Archi fu assassinato, insieme al suo guardaspalle e da lì iniziò la guerra di mafia. Adesso quest'uomo così feroce, per lo Stato italiano, ha scontato la pena e può essere libero. 

“Nano feroce” fu catturato a Reggio Calabria il 23 marzo 1993 insieme a suo cognato, cognato del boss Domenico Condello detto "u pacciu". Per la ‘ndrangheta fu un colpo durissimo. Catturato nella notte, tra Fiumara di Muro e Rosalì, nel suo territorio, dove godeva di protezione. 

Per la sua condotta criminale fu condannato all'ergastolo ma a seguito della pronuncia della Corte Costituzionale la pena dell’ergastolo è stata convertita in 30 anni  di reclusione. Dopo una serie di annullamenti con rinvio ad opera della Cassazione, la decisione di convertire la pena dell’ergastolo in 30 anni di reclusione è divenuta definitiva.  A tutto ciò si aggiunge un indulto, per cui Nino Imerti ha beneficiato dello sconto di cinque anni,  e anche della liberazione anticipata con altri 4 anni in meno, vedendosi così ridotta ulteriormente la pena.

Ora è libero e la domanda da porre è se la ferocia che l'ha reso famoso è stata “domata”, se il carcere, duro, ha davvero avuto la funzione rieducativa e riabilitativa o se “Nano feroce” è rimasto sempre il boss della ‘ndrangheta pronto a comandare negli interessi della “famiglia”.

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