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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Scilla

Le note “groundless” di Locatelli e dei Ground 71 chiudono la rassegna “Scilla jazz festival”

Sarà visitabile fino al 25 agosto nelle sale espositive del castello Ruffo, l'esposizione “Viaggi. Mostra internazionale tra mito, natura, bellezza”

Cala il sipario sulla grande musica, promossa dalla rassegna “Scilla jazz festival”, organizzata dall’associazione Be Art. E per l'ultima serata non poteva mancare lui, il pianoforte, protagonista indiscusso e leitmotiv della terza edizione dell'evento del comune di Scilla.

Sul palco torna Giampiero Locatelli, solista, compositore e docente al conservatorio “Francesco Cilea” di Reggio Calabria. Un’eccezione, l’esibizione per due anni consecutivi per un festival che di solito presenta nuove commistioni tra giovani talenti e musicisti di caratura nazionale ed internazionale, ma sottolinea il direttore artistico del festival, Francesco Barillà: "Un ritorno dovuto", considerato il premio Top jazz 2018 tributato a Locatelli. 

Dopo i ringraziamenti del direttore Barillà a tutti coloro, comune di Scilla e tecnici, che hanno contribuito alla riuscita del festival per il terzo anno, e una proiezione, sulle note di “Scilla”, delle immagini più belle dei concerti del festival e della cittadina tirrenica, catturate dal fotografo Marco Costantino, la rassegna si è chiusa con l’esibizione dei “Ground 71”, Giampiero Locatelli al pianoforte e rhodes, accompagnato dai musicisti Stefano Dallaporta al contrabbasso e Andrea Grillini alla batteria.

Durante il concerto le composizioni del pianista e quelle di Stefano Dallaporta si sono alternate, di pari passo, con una perfetta fusion. Lo stesso nome del trio chiarisce Locatelli "è la definizione numerica delle mostre iniziali ed perfettamente spiegato in “Groundless”, “senza piano” ossia la caratterizzazione che contraddice il nostro sound". Si susseguono “One second and life time” e “The shine and the spin”, ispirata alla rotazionale delle particelle. Non a caso Dallaporta è anche un fisico. Sua la dedica, alla memoria di Charlie Haden, illustre contrabbassista scomparso nel 2014, con la canzone “In the garden of Eden”.

E poi ancora “Spiro e Nico”, dedicata ai nonni di Dellaporta. Atmosfere dal sound raffinatp con “Personal highway”, “Falling glose” e “Losing dream”, fino all'ipnotica “Sogno lucido” che ha chiuso il festival tra i consensi e gli applausi del pubblico, che ogni sera ha riempito il cortile del castello Ruffo. A dimostrazione che il jazz non è una musica solo per intenditori ma che può essere un momento di condivisione di emozioni grazie all’energia che si sprigiona tra musicisti e spettatori. 

Anche se il festival ha chiuso i battenti, potrà essere visitata fino al 25 agosto, nelle sale espositive del castello Ruffo, l'esposizione: “Viaggi. Mostra internazionale tra mito, natura, bellezza”.

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