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L'operazione / Scilla

Estorsioni a imprenditori della Costa Viola: scoperta una "nuova linea" di 'ndrangheta

L'operazione dei carabinieri del Comando provinciale ha messo in luce gli affari della cosca Nasone Gaietti che ha agito a Scilla, agevolata dai contatti con l’Amministrazione comunale

Una “nuova linea” di ‘ndrangheta, un nuovo assetto criminale nel territorio scillese è quanto emerge dalle indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria che dopo un complessa ed articolata attività investigativa, avviata dal 2021 ha permesso di ricostruire la persistente operatività della ‘ndrangheta sui territori di Scilla, Villa San Giovanni e Bagnara Calabra.

Così questa mattina, alle prime luci dell’alba, a Reggio Calabria e nelle provincie di Verona e La Spezia, è scattato il blitz dei carabinieri che ha dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri.  

Ventidue persone sono ritenute a vario titolo responsabili, allo stato degli atti e fatti salvi i successivi sviluppi processuali, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsioni in concorso, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, turbata libertà degli incanti, detenzione e porto di armi da fuoco, tentato omicidio, trasferimento fraudolento di valori, tutte fattispecie aggravate dall’agevolazione mafiosa.

La cosca Nasone Gaietti e gli Alvaro di Sinopoli

L’indagine ha fotografato, dunque, l’attuale operatività della cosca “Nasone-Gaietti”, la cui esistenza costituisce un dato ormai assodato, - spiegano i carabinieri -  dopo i procedimenti penali noti come “Cyrano” “Alba di Scilla” e da ultimo “Lampetra”. Ma le indagini investigative dell'operazione "Nuova linea" ecco che mettono in evidenza una nuova figura, centrale, di un indagato, che ha avuto la "consacrazione" della cosca Alvaro di Sinopoli.

L'uomo, rimesso in libertà nel novembre 2018 e sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, avrebbe assunto il ruolo direttivo nel sodalizio di ‘ndrangheta “Nasone-Gaietti”, attivo sul territorio di Scilla, dando così vita ad una “nuova linea” di ‘ndrangheta ovvero a un nuovo assetto criminale nel territorio scillese.

Lo scontro tra sodali

Il nuovo assetto ha però generato scontri.  A partire dagli inizi del 2021 si sono registrate, una serie di contrasti tra i soggetti legati alla “nuova linea” di ‘ndrangheta ed altri sodali - indicati come “quelli della piazza” facenti capo a esponenti storici della cosca Nasone. In gioco c'era la gestione operativa delle attività estorsive ai danni di plurimi imprenditori ed operatori economici. 

L’organizzazione criminale scillese ha, infatti, posto in essere una pluralità di condotte estorsive nei confronti di imprenditori coinvolti nell’esecuzione di lavori pubblici, nonché nei confronti di esercizi commerciali, mediante l’imposizione della fornitura di prodotti commercializzati da imprese occultamente governate da alcuni appartenenti al medesimo sodalizio.

In particolare, è stato registrato come due degli indagati, avvalendosi della forza intimidatoria della storica fama criminale della ‘ndrina Nasone-Gaietti, prospettando gravi ritorsioni, nonché con minacce esplicite hanno costretto moolti ristoratori di Scilla ad acquistare le forniture di pesce da una delle imprese in sequestro, procurandosi un ingiusto profitto, con correlato danno per le vittime.

I carabinieri nel corso delle indagini hanno anche documentato come il sodalizio scillese avesse una notevole disponibilità di armi ed operasse in costante contatto con le altre articolazioni di ‘ndrangheta, di Villa San Giovanni e di Bagnara Calabra, le cui connessioni criminali si sono registrate con particolare riferimento alle attività estorsive, permettendo di acclararne la radicata e attuale operatività e di evidenziare l’ingerenza della ‘ndrangheta nella vita politica del Comune di Scilla.

Il Comune di Scilla e le concessioni demaniali

Inoltre, nell’indagine, secondo gli inquirenti, è stato ricostruito come esponenti del locale di ‘ndrangheta di Scilla "abbiano messo in atto una manovra di trasferimento fraudolento di valori, finalizzata a schermare i capitali aziendali da ulteriori provvedimenti di prevenzione patrimoniale, agevolata dai contatti con l’Amministrazione comunale, che ha facilitato le concessioni demaniali relative alla gestione dei lidi balneari nei confronti di prestanome".

L’attività investigativa, sebbene incentrata sull’operatività della ‘ndrangheta sul territorio di Scilla, ha consentito anche di ricostruire l’esistenza dell’articolazione criminale anche sul territorio di Bagnara Calabra che, oltre ad essersi resa protagonista di alcune condotte estorsive, ha reso palese ai consociati il controllo totale del territorio, organizzando azioni delittuose e accordando protezioni ai commercianti di Bagnara Calabra.

Società sequestrate e perquisizioni

Così ecco che è scattato il sequestro preventivo di sei società attive nel settore turistico balneare, nel commercio di prodotti ittici, bevande ed altri prodotti alimentari per un valore complessivo di circa 1 milione di euro; la perquisizione domiciliare e delle sedi lavorative, tra gli altri, a un indagato per scambio elettorale politico-mafioso.

In manette un consigliere comunale, indagato il sindaco di Scilla

Come riporta l'agenzia Ansa: "Girolamo Paladino, di 54 anni, consigliere comunale è stato arrestato e posto ai domiciliari nell'operazione dei carabinieri "Nuova linea". Il sindaco Pasqualino Ciccone, di 65 anni, é indagato a sua volta nell'ambito della stessa inchiesta. Paladino é accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, mentre per il sindaco Ciccone, detto "Tre culi", come viene indicato nelle intercettazioni telefoniche effettuate nell'ambito dell'indagine, l'ipotesi di reato contestata é quella di scambio elettorale politico-mafioso".

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